Assofond: non temiamo i dazi da Donald Trump, ma aspettiamo misure UE per recuperare competitività

Fabio Zanardi, presidente di Assofond, sulla nomina di Donald Trump a presidente degli USA: «I dazi sono una misura tattica e temporanea e non può essere questo l’unico punto su cui concentrarci. La vera sfida è la competitività».

«I dazi sono una misura tattica e temporanea e non può essere questo l’unico punto su cui concentrarci. La vera sfida è la competitività».

Così Fabio Zanardi, presidente di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, ha commentato l’esito delle elezioni USA vinte da Donald Trump. «Tutti si aspettano una svolta protezionista degli USA e questo è verosimilmente quello che succederà. 

«L’esito netto delle elezioni americane è una buona notizia, indipendentemente dal vincitore: fino a oggi, infatti, l’economia globale è rimasta quasi sospesa, in attesa di capire cosa sarebbe successo. Ora mi auguro che questo stallo si sblocchi: è la nostra ultima speranza affinché il mercato riprenda a crescere», commenta.

Il rapporto con gli Stati Uniti

Zanardi ha aggiunto: «Se oggi riusciamo a esportare negli USA è perché siamo capaci di fare delle cose molto meglio di loro, non certo perché siamo più competitivi. Pensiamo, ad esempio, ai costi energetici che dobbiamo sostenere, che sono esponenzialmente più alti di quelli delle aziende americane, o ai costi del lavoro: così non si può competere, dazi o non dazi. La realtà è che un protezionismo americano orientato soprattutto verso la Cina potrebbe aprire degli spazi interessanti, ma l’Europa deve lavorare per garantire la competitività delle sue imprese, assumendosi le proprie responsabilità per prendersi il ruolo che le spetta in questo scenario globale».

Assofond: non temiamo i dazi, ma aspettiamo misure UE per recuperare competitività
Industria di fonderia: la fase di progettazione nelle Fonderie Ariotti S.p.A.

 

Il futuro dell’industria europea

Durante il convegno “La centralità del rottame nel futuro della siderurgia”, organizzato da siderweb in collaborazione con Ricrea e tenutosi giovedì 7 novembre 2024 alla fiera Ecomondo, Zanardi ha inoltre espresso la sua visione sul futuro dell’industria europea, alle prese con una congiuntura molto complessa che necessita politiche industriali a sostegno dell’industria di base, unica via per dare effettiva realizzazione al Green Deal evitando allo stesso tempo la desertificazione industriale dell’Europa.

«Salvaguardare la competitività della manifattura – ha proseguito Zanardi – intervenendo per contenere i costi energetici e per assicurare l’approvvigionamento di materie prime, è il presupposto essenziale per il successo del Green Deal. Oggi utilizziamo in larga parte materie prime provenienti da Paesi extraeuropei ostili o potenzialmente tali, dove vengono prodotte generando importanti impatti ambientali. La sicurezza degli approvvigionamenti, di conseguenza, è costantemente a rischio e l’impronta ambientale dei prodotti europei rischia di essere compromessa. Per non subire passivamente tendenze di mercato che possono minare la competitività delle imprese, è necessario favorire gli investimenti in tecnologie che possano permettere la produzione di materie prime in Europa con ridotti impatti ambientali, come ad esempio realizzare il preridotto utilizzando dapprima gas naturale e in prospettiva con l’idrogeno».

Assofond: non temiamo i dazi, ma aspettiamo misure UE per recuperare competitività
Fabio Zanardi, presidente di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, e Zanardi Fonderie

Inoltre, ha aggiunto il presidente Assofond, è fondamentale adottare politiche in grado di salvaguardare una risorsa strategica come il rottame, che sarà sempre più richiesto nei prossimi anni con la crescita della produzione europea di acciaio e di fusioni da forno elettrico: «La competizione per l’approvvigionamento di queste materie prime sarà in continua crescita, con potenziali nuove tensioni sul mercato nel breve e medio periodo. Il rottame è una materia prima fondamentale per ridurre l’impronta ambientale delle fusioni e, considerando i dazi sulla ghisa russa (il cui import è contingentato per il 2024 e 2025 e sarà completamente vietato dal 2026) e l’imminente entrata in vigore del CBAM (il Carbon Border Adjustment Mechanism che aumenterà i costi della ghisa proveniente dagli altri Paesi extraeuropei) sarà sempre più decisivo per realizzare prodotti a basso impatto ambientale e in grado di essere proposti sul mercato a prezzi competitivi. Dobbiamo quindi prepararci a gestire il nuovo scenario che si prospetta, adottando misure lungimiranti che tutelino le risorse strategiche per la nostra industria: in questo senso è una buona notizia l’istituzione presso il MAECI (il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) di un tavolo permanente per il monitoraggio degli scambi di rottami ferrosi e di altre materie prime critiche, anche al fine di valutare e promuovere azioni di salvaguardia compatibili con l’ordinamento europeo e internazionale».

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a cura di Stefano Belviolandi