Le offerte e il supporto per una formazione didattica e divulgativa.
Quali sono le modalità più efficaci nel trasmettere competenze tecnologiche? Come formare clienti e collaboratori? La divulgazione è anche un modo di fare business? Rispondono le principali aziende del settore.
di Edoardo Oldrati
Il manifatturiero italiano si confronta da anni ormai con il tema della formazione, lamentando la difficoltà nel riuscire a trovare personale con le skill richieste. Questo tema è stato reso anche più importante dalle sfide dell’Industria 4.0, le cui opportunità richiedono per essere sfruttate a pieno competenze digitali fino a oggi tralasciate da molte imprese.
Per capire a che punto siamo e quali opzioni sono oggi possibili, abbiamo voluto coinvolgere 16 importanti aziende del settore chiedendo loro di presentare i progetti, gli obiettivi e le modalità con cui, internamente ed esternamente, fanno formazione.
Per Daniele Bollano, Responsabile Qualità di Balluff Automation, «le attuali innovazioni tecnologiche e la digitalizzazione delle informazioni in ambito automazione indotte dalla quarta rivoluzione industriale sono oggi elementi che necessitano del supporto di una formazione tecnica specialistica su nuove tematiche. Balluff conosce molto bene queste esigenze provenienti dai clienti e partner, offrendo il suo supporto per una formazione didattica o divulgativa. Le attività di didattica svolte sono supportate da corsi generali sulla sensoristica e relative tecnologie, su tematiche più tecniche e specialistiche sempre in ottica Industria 4.0 come “digitalizzazione del dato”, “networking industriale”, “IO-Link”, “RFID” o tematiche di carattere generale relative al mondo dell’automazione della Fabbrica Intelligente. Oltre alla formazione dei dipendenti delle nostre aziende partner ci occupiamo di divulgazione tecnologica anche grazie alla collaborazione con il consorzio IO-Link e Forum della Meccatronica».
Laura Leone, HR Manager dell’azienda, sottolinea come si stia «facendo strada l’idea che occorra sempre di più parlare di “sistema di competenze”, dove la “mission” diventa quella di sviluppare una cultura innovativa e una “forma mentis flessibile” orientata all’apprendimento continuo, dove le persone (e l’organizzazione) entrino nel processo di apprendimento in full immersion (“Imparare a imparare, imparando”) . Certamente lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica ingenererà in tutti i settori necessità digitali specifiche di upskilling o riskilling e tuttavia occorrerà disporre anche di competenze relazionali, d’intelligenza emotiva, di capacità di problem solving, pensiero critico e spirito realizzativo, utilizzando modelli di performance management differenti da quelli impiegati in passato che risultino centrati su engagement e feedback».
a cura di Loris Cantarelli
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