Industria 4.0 e packaging, un binomio vincente che sfrutta la tecnologia

Industria 4.0 e il packaging? Un binomio vincente. La sfida di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è quella di portare la qualità artigianale nei processi industriali di stampa e cartotecnica, per realizzare il pack vincente investendo in tecnologie e risorse umane. Di fondamentale importanza, in questo progetto, la scelta di un partner tecnologico come Manroland.

Industria 4.0 e packaging? Un binomio vincente, a quanto pare. Tra i segreti della longevità dell’azienda bolognese Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche, c’è la chiarezza di visione e la capacità di utilizzare proprio gli incentivi sugli investimenti Industria 4.0 in modo coerente con gli obiettivi di sviluppo.

Industria 4.0 e packaging, combinazione perfetta

Abbiamo parlato di Industria 4.0 e packaging con Andrea Fanti, direttore commerciale e nel management aziendale già dal 2009, che ha puntato con decisione sull’innovazione tecnologica per consolidare l’offerta dell’azienda e renderla appetibile per nuove tipologie di cliente.

Di fondamentale importanza, in questo progetto, la scelta di un partner tecnologico come Manroland.

Come si è sviluppata la vostra collaborazione con Manroland?

Sulla spinta del digitale negli ultimi 20 anni sono stati fatti anche nel nostro settore passi da gigante che hanno consentito un livello di automazione molto avanzato.

L’incontro tra la nostra esperienza nell’ambito della stampa e della cartotecnica con un fornitore strutturato come Manroland, ci ha consentito di mettere a punto una linea di produzione del tutto originale e sartoriale che non ha eguali a livello europeo in termini di qualità e performance.

Si tratta di un investimento da oltre 4 milioni di Euro, agevolato dagli incentivi governativi, che ci ha visto lavorare gomito a gomito con Manroland, per mettere a punto una configurazione unica nel suo genere per grado di complessità e affidabilità, da inserire nel nostro plant produttivo integrando le altre lavorazioni.

In che modo si è evoluto il vostro rapporto con il costruttore tedesco?

Abbiamo cominciato a studiare la nuova configurazione nel 2020, per poterla installare a fine 2021 e, ancora oggi, la nostra ROLAND 700 EVOLUTION ELITE R708 PLTTLVUV risulta un unicum nel suo settore.  

Il costruttore tedesco ha messo a disposizione una tecnologia di base molto efficiente e aperta a diverse customizzazioni, poi ci siamo inseriti noi con una serie di richieste che hanno portato alla realizzazione di una linea specifica per le nostre esigenze produttive.

L’obiettivo finale era la qualità degli stampati abbinata alla velocità, per essere in grado di offrire a particolari settori merceologici packaging in linea con le loro specifiche esigenze.

Di quali settori stiamo parlando?

Mi riferisco a settori specifici come il caffè, la cioccolata e la beauty-care, dove la competizione a scaffale è divenuta particolarmente vivace, puntando su confezioni molto curate, con effetti cromatici e materici da apprezzare alla vista e al tatto.

Cosa si intende per confezioni molto curate?

Con la nuova macchina abbiamo lavorato soprattutto sulla qualità finale degli stampati, un livello molto alto a cui siamo stati in grado di arrivare attraverso una serie di fasi che comprendono controlli ottici automatici e manuali, orientati a prevenire e/o gestire i piccoli difetti fisiologici come gli sporchi o i bucci, o caricamenti anomali del foglio-macchina.

Un particolare automatismo inoltre lavora sulla gestione dei colori, controllando la quantità di inchiostro per il raggiungimento di un preciso target cromatico. Stiamo parlando di standard di qualità già raggiunti in passato, ma solo su impianti decisamente artigianali con capacità limitate per quanto riguarda la tiratura, o con un maggiore intervento umano.

Il nostro impianto invece è stato in grado di trasferire questo livello di qualità a tirature industriali.

L’intervento umano diminuisce oppure rimane determinante nella resa finale?

Per il funzionamento della nuova macchina sono necessarie 3 persone anziché 2 ma il passaggio, oltre a non essere antieconomico perché ha creato nuovo business, è stato molto utile anche alla crescita professionale del nostro personale.

Siamo infatti intervenuti a livello culturale, smussando le antiche gerarchie in funzione di un più attuale concetto di crew, equipaggio di macchina, con funzioni spesso intercambiabili.

Le tre persone presidiano tre differenti postazioni: metti-foglio, centro-macchina e pulpito, dove l’esperienza ha un grande valore soprattutto sul pulpito che è la fase finale, ma è richiesta grande attenzione e precisione anche nelle altre due postazioni, propedeutiche al buon esito delle produzioni.

Lavorando a ritmi così serrati l’insieme di controlli automatici e umani è quello in grado di fare la differenza e dunque nell’incontro tra operatori d’esperienza e nativi digitali sta un fattore critico di successo della nostra operatività.

Quindi l’esperienza ha ancora un valore nel lavoro di stampa?

Per quanto le tecnologie possano fare la differenza il nostro è un lavoro molto empirico e l’esperienza è senz’altro un valore: con 20 anni di pagnotta riesco ad anticipare problematiche tecniche legate alla resa di un certo tipo di inchiostro su una determinata tipologia di carta, magari frutto di un errore che – a suo tempo – ci è costato un bancale di carta, ma che adesso siamo in grado di prevenire ed evitare. 

Lo stesso discorso vale per altre fasi di lavorazione, ed è un piacere trasferire queste competenze alle nuove risorse, impegnate oggi con tirature molto più importanti rispetto ai miei esordi, ma con obiettivi qualitativi assolutamente paragonabili se non ancora più ambiziosi.

Quale la reazione dei più giovani?

Mi sono reso conto che i macchinisti più giovani, avendo visto meno problemi nella loro vita lavorativa, sono più disposti a rischiare e a spostare l’asticella un po’ più in là e il lavoro che abbiamo fatto a livello culturale e di risorse umane ci ha consentito di raggiungere in meno di 2 anni i livelli di performance che avevamo pianificato in fase progettuale e nelle analisi in fase di acquisto.

Assolutamente non banale perché, perdonatemi la metafora motoristica, chi guida abitualmente auto veloci su strada non è comunque subito in grado di condurre una Formula 1 in pista, serve comunque un periodo di training. Quello che vale però è l’attitudine alla competizione che tra stampatori è sempre molto viva, in una costante gara a chi realizza il prodotto migliore.

Per rientrare nell’investimento è quindi necessario andare molto veloci…

Con l’assetto attuale i nostri impianti vengono accesi alle 5 della mattina del lunedì e vengono spenti alla fine dell’ultimo turno settimanale alle 5 della mattina del sabato, lavorando H24, con una risposta sorprendente in termini di affidabilità, al netto di qualche piccolo inciampo che ritengo fisiologico e i necessari interventi di manutenzione periodica che realizziamo generalmente al sabato.

Ci può dare qualche dettaglio tecnico su questo impianto che sembrerebbe nevralgico per il posizionamento di Labanti & Nanni?

La Roland 708 lavora a 8 colori (fino a 6 fronte e fino a 2 retro) con una doppia torre di verniciatura, ed è in grado di gestire fino a 18.200 fogli 70×100 l’ora (che scendono a 15 mila quando lavoriamo in convertibile sulle due facciate). Si tratta di un impianto che rispecchia la complessità intrinseca dei processi di stampa, portando la logica della stampa d’arte in ambito industriale.

Ci consente inoltre una serie di nobilitazioni, l’utilizzo di vernici particolari ed effetti materici sui pack, in un contesto di estrema sicurezza sul prodotto e di garanzia sui risultati ottenuti, anche ad altissime tirature.

E i costi di produzione?

Per provare a sintetizzare, il concetto è che i bellissimi astucci di lusso che contengono profumi e altri prodotti costosi, piacciono sempre più a tutti ma bisogna poterseli permettere. Ci sono lavorazioni che hanno economicamente senso solo su prodotti che hanno un costo nominale molto alto.

Noi oggi siamo invece in grado di portare quel livello di qualità estetica anche su prodotti di largo consumo, contenendo i costi di produzione.  Questo ci consente effettivamente di lavorare su un preciso posizionamento della nostra azienda, facendo crescere i clienti con cui già lavoriamo, ma aiutandoci anche a intercettarne di nuovi.

A proposito di Industria 4.0 e packaging: la Configurazione tecnica della ROLAND 700 EVOLUTION ELITE R708 PLTTLVUV

Oltre agli otto gruppi stampa, la macchina è stata dotata di alcuni optional funzionali:

  • Logistica intelligente, caratterizzata da un alto livello di automazione.
  • AutoNonstopin entrata e uscita grazie a:

-InlineSorter, dispositivo posizionato prima dell’uscita per l’espulsione automatica dei fogli. Consente di ottenere una perfetta pila in uscita, eliminando i fogli difettati poiché elimina gli scarti in fase avviamento, in apposito raccoglitore.

-DirectDrive, permette di lavare la macchina e cambiare le lastre simultaneamente in un unico processo, riducendo al minimo il tempo per il cambio lavoro.

  • Gruppo di inchiostrazione TriploFlusso: un software stabilisce la quantità ideale di inchiostro per i diversi lavori, con la possibilità di selezionare direttamente dalla consolle il flusso di inchiostrazione simmetrico, oppure una maggiore forza di colore sui rulli inchiostratori anteriori o posteriori.
  • EssiccazioneUV e UV LED
  • InlineInspector: questo dispositivo per l’inserzione del foglio dopo l’ultimo gruppo stampa, controlla tramite una telecamera lo stampato durante la produzione. L’immagine stampata viene comparata con l’immagine del foglio campione e ogni difetto sulla stampa viene individuato e segnalato, inserendo una linguetta, numerando il foglio difettoso oppure scartandolo in automatico.
  • InlineColorPilot: sistema per la regolazione della densitometria direttamente in macchina. Controlla il colore in macchina e lo regola in automatico.

Una ulteriore dimostrazione di come Industria 4.0 e packaging rappresentino un binomio perfetto.

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a cura di Simona Recanatini