Il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), con un comunicato di fine febbraio scorso, aggiorna le agevolazioni relative al super- e all’per-ammortamento.
L’agevolazione diventa un credito di imposta e il beneficio fiscale si calcola direttamente come percentuale del costo di acquisizione del bene strumentale.
Inoltre, pur prolungandosi le agevolazioni, è indubbio che tecnicamente rispetto al 2022 in questo 2023 diminuiscono i vantaggi per chi acquista macchinari (peggioramento previsto dalla legge di bilancio 2021): diminuiscono infatti gradualmente le percentuali del costo del bene (che va a credito d’imposta) e il massimale degli investimenti ammissibile per singolo periodo di tempo.
Dal comunicato stampa del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) dello scorso 28 febbraio 2023 (leggibile nella sua interezza a questo link), segnaliamo quanto scritto nel paragrafo “Crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali e per ricerca e sviluppo”.
A quel punto infatti si dice: «Tra i principali crediti d’imposta usufruibili dalle società di capitali meritano attenzione i crediti per investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali che nel 2020 hanno sostituito precedenti agevolazioni (ex super-ammortamento e iper-ammortamento). Dal 2020, infatti, le agevolazioni super-ammortamento e iper-ammortamento, quest’ultimo funzionale a favorire i processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello “Industria 4.0”, sono state trasformate in crediti d’imposta a partire dal 2020. Le precedenti deduzioni permangono solo fino a completamento del periodo di ammortamento degli investimenti effettuati negli anni precedenti».
Il comunicato continua indicando: «Nel dettaglio, si segnalano il credito d’imposta per investimenti in beni materiali (ex super-ammortamento) dichiarato da oltre 157.000 soggetti per un ammontare di 771 milioni di euro; il credito d’imposta per investimenti in beni materiali 4.0 dichiarato da oltre 15.500 soggetti per un ammontare di 1,5 miliardi di euro; il credito d’imposta per investimenti in beni immateriali 4.0 dichiarato da oltre 2.800 soggetti per un ammontare di circa 19,9 milioni di euro ed il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, in transizione ecologica e in innovazione tecnologica (L. 160/2019) dichiarato da oltre 18.100 soggetti per un ammontare di 1,2 miliardi di euro. Questi crediti d’imposta sono finanziati in parte con i fondi PNRR» (a cui segue immediatamente l’indicazione in nota: «Si veda l’allegato alla decisione di esecuzione del Consiglio UE del 13 luglio 2021, M1C2-Investimento 1»).
«È importante sottolineare – prosegue la comunicazione del Ministero – che gli investimenti possono aver risentito della crisi legata al CoViD-19 e pertanto l’ammontare di utilizzo dei crediti d’imposta legati agli investimenti può risultare più basso delle aspettative. Statistiche preliminari di utilizzo degli incentivi negli anni successivi sembrano indicare un rimbalzo significativo degli investimenti già nel 2021».
E poi conclude: «Infine, le informazioni desunte dalle dichiarazioni mostrano che oltre 19.000 soggetti hanno beneficiato del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi nel Mezzogiorno» – con la nota che «Beneficiano del credito d’imposta i soggetti che hanno presentato all’Agenzia delle Entrate apposita comunicazione ed hanno ottenuto dall’Agenzia l’autorizzazione alla fruizione» – «effettuati dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2019. L’ammontare del credito si attesta a circa 1,2 miliardi di euro (in lieve calo rispetto agli 1,3 miliardi di euro dell’anno precedente)».
a cura di Redazione
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