Per proteggere il proprio know-how e assicurare la business continuity, la società bergamasca ha scelto di adottare l’architettura iperconvergente di Nutanix.
Per proteggere il proprio know-how e assicurare la business continuity, la società bergamasca ha scelto di adottare l’architettura iperconvergente di Nutanix.
Il cuore di alluminio dell’automotive
Nel 1955 a Ponte San Pietro (BG), Fonderie Mario Mazzucconi inizia la sua storia (che in realtà si può far risalire giusto a 50 anni prima) dedicandosi esclusivamente alle realizzazioni di fusioni in leghe di alluminio. Dopo più di 100 anni il percorso di Fonderie Mazzucconi vede la società impegnata nelle attività di fonderia, lavorazioni meccaniche e assemblaggio, soprattutto per il settore automotive. «Oggi siamo leader nella produzione di componenti per auto – dice Flaminio Ghisleni, IT Manager di Fonderie Mazzucconi – e lavoriamo come fornitori per i più importanti costruttori». Nei diversi stabilimenti (7 in totale, sul territorio italiano) lavorano oltre mille persone, il fatturato è di circa 190 milioni di euro. «Quando abbiamo deciso di adottare un’architettura iperconvergente, ci siamo resi conto che Nutanix era l’unica che poteva assicurarci la libertà, la flessibilità e la scalabilità di cui avevamo bisogno. L’implementazione dei nuovi sistemi è stata rapida e indolore».
L’esigenza
Fonderie Mazzucconi inizia a ripensare l’intera infrastruttura IT nel lontano 2002, quando il management decide di centralizzare il servizio, che prima era distribuito presso i diversi stabilimenti. La crescita del business, le nuove esigenze in termini di prestazioni, ma soprattutto la necessità di proteggere il proprio know how (i dati tecnici di produzione) sono la spinta che porta al cambiamento. «In una prima fase – racconta Ghisleni – abbiamo realizzato un data center presso la sede principale in provincia di Bergamo, implementando poi anche una SAN. Qualche anno fa, per adeguarci alle nuove esigenze di un mercato molto dinamico ed esigente (in particolare a causa dei continui audit richiesti dalle case automobilistiche), abbiamo realizzato una sala server in ogni stabilimento, allo scopo di custodire i dati tecnici delle linee produttive per alcuni mesi prima di trasferirli in cloud». L’azienda genera una grande quantità di dati relativi alla produzione, basti pensare alle immagini utilizzate per il controllo visivo della qualità dei componenti, e se non fosse intervenuta per rivedere l’architettura IT avrebbe in breve tempo esaurito la capacità di storage a disposizione.
La soluzione
«Un paio d’anni fa – racconta ancora Ghisleni – abbiamo iniziato a esplorare il mondo dell’iperconvergenza. Quando ci siamo imbattuti in Nutanix, abbiamo capito subito che si trattava del partner giusto: erano indipendenti dall’hardware e ci offrivano, quindi, quella libertà e flessibilità che stavamo cercando; inoltre, proprio per il focus sul software, la sua tecnologia non soffriva di obsolescenza». Nell’arco di poche settimane, il primo nucleo di infrastruttura iperconvergente viene realizzato nel data center di Ambivere, mentre nello stabilimento di Ponte San Pietro viene implementata una configurazione RoBo (Remote Office Branch Office) con tecnologia Nutanix. Nel data center trova posto un cluster Nutanix basato su HPE DX380 con 3 nodi, e nei diversi stabilimenti, utilizzando la tecnologia RoBo, inizia, a partire da Ponte San Pietro, il deployment di 2 nodi su server HPE DX360. Tutte le componenti dell’architettura sono in costante comunicazione, il cluster principale, che funge anche da sito di disaster recovery per il branch office, in particolare, è in grado di intervenire in caso dovesse verificarsi un malfunzionamento in qualsiasi sede periferica.
I vantaggi
Grazie a questa soluzione, che ha coinvolto sia il “centro” sia le “periferie”, Fonderie Mazzucconi riesce quindi in breve tempo a soddisfare le proprie esigenze di archiviazione dei dati di produzione ma anche a implementare quella business continuity sempre più necessaria per le imprese che operano in settori altamente competitivi. «Oltre ai macro-obiettivi – spiega Ghisleni – abbiamo approfittato della tecnologia Nutanix anche per svecchiare l’infrastruttura e per risparmiare spazio prezioso, il tutto con costi più sostenibili rispetto alle alternative che avevamo esplorato. Inoltre, da qualche mese abbiamo iniziato a utilizzare con successo anche l’Hypervisor Nutanix AHV, sostituendolo a quello che avevamo installato in precedenza».
Il futuro
L’installazione delle soluzioni RoBo nei singoli stabilimenti proseguirà anche nel prossimo futuro, anche grazie a un accordo con un operatore nazionale per la parte relativa all’infrastruttura di telecomunicazione. «L’obiettivo di medio termine è arrivare a realizzare una vera e propria connected enterprise – conclude Ghisleni – mentre nel breve ci stiamo attrezzando per poter rispondere alle sempre più sfidanti richieste delle case automobilistiche, che ora iniziano a condurre audit anche sull’infrastruttura IT e non solo su quella di produzione; vogliamo farci trovare pronti anche con le certificazioni (ad esempio sulla sicurezza dei dati) che sicuramente saranno indispensabili in futuro».
a cura di Loris Cantarelli
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