In occasione della Giornata Mondiale della Terra, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha diffuso i risultati della ricerca “Sustainable Environment: il rapporto degli italiani tra digitale, energia e ambiente”. Dai dati raccolti il digitale è una leva per ridurre sprechi, ottimizzare consumi e migliorare le performance ambientali delle nostre imprese. Ma oggi, gran parte del potenziale resta inutilizzato.

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha diffuso i risultati della ricerca “Sustainable Environment: il rapporto degli italiani tra digitale, energia e ambiente”, che offre spunti utili anche per il mondo industriale.
I dati raccolti parlano chiaro: il digitale è una leva potente per ridurre sprechi, ottimizzare consumi e migliorare le performance ambientali delle nostre imprese. Ma oggi, gran parte del potenziale resta inutilizzato.
Il digitale fa risparmiare energia, ma va capito e applicato
Secondo l’indagine (realizzata su 4000 cittadini italiani da Istituto Piepoli), l’81% degli intervistati crede che le tecnologie digitali possano contribuire a ridurre i consumi energetici. Questo vale anche per le tecnologie che ormai stanno entrando anche nei contesti produttivi: controllo remoto degli impianti, sensori intelligenti, automazione domestica – che possono facilmente essere estesi alla realtà industriale.
Eppure, come sottolinea Stefano Epifani, presidente della Fondazione: «Solo un italiano su tre capisce davvero le conseguenze pratiche delle proprie convinzioni. Spesso pensiamo di essere sostenibili, ma nei fatti non lo siamo».
Un campanello d’allarme anche per il mondo della manifattura: essere sostenibili non è più solo una questione d’immagine, ma di competitività. Serve formazione, consapevolezza e una strategia chiara.
Smart technologies: ancora troppo poco diffuse
Nel settore industriale, strumenti come gli smart meter o i sistemi intelligenti di climatizzazione possono fare la differenza nella gestione dei consumi. Tuttavia, la ricerca mostra un utilizzo ancora molto limitato, che riflette un ritardo anche culturale nell’adozione della digitalizzazione:
- Smart meter: solo il 6% dei cittadini nei grandi centri e l’1% nei piccoli comuni li usa correttamente.
- Impianti intelligenti di riscaldamento/climatizzazione: conosciuti da meno del 70% degli intervistati nei piccoli centri, e utilizzati da una minima parte anche nelle grandi città.
- Elettrodomestici intelligenti e connessi (simili per logica ai macchinari smart di fabbrica): solo il 16% li usa regolarmente, in forte calo rispetto all’anno scorso.
Il dato dovrebbe far riflettere anche le aziende manifatturiere: introdurre tecnologie smart significa risparmiare sui costi energetici, ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza operativa.
Le app per la gestione dei rifiuti: un modello replicabile anche in azienda
Un altro ambito interessante è quello della gestione dei rifiuti. Le app per la raccolta differenziata, il ritiro degli ingombranti o l’accesso all’isola ecologica mostrano che dove la digitalizzazione è presente, la gestione è più efficace.
Queste soluzioni, se applicate in ambito industriale, possono supportare le imprese nel monitoraggio dei rifiuti di produzione, nella logistica ambientale e nella tracciabilità dei materiali, contribuendo a un modello di economia circolare.
Ma il problema è sempre lo stesso: nei piccoli comuni (e spesso anche nelle PMI), queste tecnologie sono poco conosciute e meno usate, a causa di una carenza di formazione e infrastrutture.
Sostenibilità e inclusività: un’occasione anche per le fabbriche
Un dato interessante riguarda l’impatto delle tecnologie smart sull’inclusività: il 73% degli intervistati ritiene che il digitale possa migliorare l’abitabilità degli ambienti, specialmente per disabili e anziani. Un principio valido anche nel mondo del lavoro: strumenti digitali e automazione possono migliorare la sicurezza, la qualità della vita in fabbrica e l’accesso al lavoro per tutti.
È proprio per oltre il 90% da Pmi distribuite nei territori che serve un piano strategico per portare infrastrutture digitali, strumenti smart e formazione.
Il digitale non è più solo un’opzione per l’industria, ma una necessità. Non solo per migliorare l’efficienza e tagliare i costi, ma anche per rendere le imprese protagoniste nella sfida ambientale.
La sostenibilità digitale è una sfida culturale, oltre che tecnologica: servono politiche mirate, incentivi intelligenti e una formazione continua.
a cura di Stefano Belviolandi
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