L’azienda dona una D300e BioPrinter a Fondazione Toscana Life Sciences, unica realtà italiana fra ONG, Università e Istituti di Ricerca a beneficiare di questa donazione.
L’azienda dona una D300e BioPrinter a Fondazione Toscana Life Sciences, unica realtà italiana fra ONG, Università e Istituti di Ricerca a beneficiare di questa donazione.
HP ha annunciato di avere donato una HP D300e BioPrinter al MAD (Monoclonal Antibody Discovery) Laboratory della Fondazione Toscana Life Sciences – ente non-profit attivo sul territorio toscano per supportare le attività di ricerca e favorire la nascita di imprese innovative nel campo delle scienze della vita. Il MAD Lab si occupa della ricerca di anticorpi monoclonali (mAb) contro le malattie infettive e nello specifico momento attuale è focalizzato nella ricerca di una terapia in risposta al coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della malattia CoViD-19. La donazione fa parte di un’iniziativa globale annunciata recentemente e rivolta ad assicurare risorse a Enti, Università e Istituti di ricerca, sia in Europa sia negli Stati Uniti.
L’impegno dell’azienda
HP crea tecnologia per migliorare la vita delle persone, ovunque e, in linea con i valori aziendali di corporate social responsibility, supporta le comunità nelle quali opera. In questo caso, l’impegno dell’azienda si è tradotto nel dedicare risorse e rendere la tecnologia accessibile ai laboratori ospedalieri a livello nazionale, in cui HP D300e BioPrinter può contribuire ad accelerare la ricerca di farmaci e vaccini. Gli investimenti che HP dedica da anni alla ricerca della microfluidica e della tecnologia di bioprinting hanno portato allo sviluppo di HP D300e BioPrinter, la prima bioprinter che permette di testare rapidamente librerie di farmaci rendendo sempre più possibile il concetto di medicina personalizzata.
È in questo contesto che si inscrive la recente donazione al MAD Lab di Fondazione Toscana Life Sciences, un gruppo di ricercatori che ha avviato un progetto di ricerca (MabCo19) per lo sviluppo di anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da SARS-CoV-2, con l’intento di utilizzarli a scopo profilattico/terapeutico e, successivamente, come esca molecolare per la ricerca di antigeni per lo sviluppo di eventuali vaccini. La donazione include una D300 eBioPrinter, le relative supply cassettes e formazione gratuita.
«Siamo orgogliosi che un’azienda come HP abbia scelto la nostra realtà per questo progetto», ha affermato Andrea Paolini, direttore generale di Fondazione Toscana Life Sciences. «L’innovazione e la disponibilità di piattaforme tecnologiche all’avanguardia sono un elemento distintivo della nostra fondazione che, unitamente all’elevata expertise dei nostri ricercatori, ci permettono di raggiungere importanti risultati, sul fronte della lotta al CoViD-19 ma non solo. Con questa donazione, HP e il team MAD Lab ci permetteranno di mettere a disposizione di tutte le realtà del nostro incubatore uno strumento innovativo che può fare la differenza».
«HP è nota non soltanto per l’innovazione tecnologica, ma anche per i valori di responsabilità sociale verso la collettività e le comunità in cui è presente. Siamo orgogliosi di aver donato la nostra tecnologia di stampa più avanzata a Toscana Life Sciences per contribuire allo sviluppo di una cura, supportando così anche il nostro Paese in questa difficile fase», dichiara Tino Canegrati, amministratore delegato HP Italy. «Il modo in cui lavoriamo è tanto importante quanto ciò che facciamo e ogni scelta ha l’obiettivo di fornire supporto significativo alle persone, alle organizzazioni e alle nostre comunità. I nostri 80 anni di esperienza nell’innovazione ci permettono di adattare la nostra tecnologia e di metterla al servizio delle persone quando è più necessaria».
Come funziona la stampante 3D
Frutto di anni di ricerca e sviluppo e prima applicazione di scienze biologiche in questo settore, HP D300e BioPrinter con tecnologia di stampa a getto d’inchiostro, consente l’erogazione automatizzata in laboratorio per “stampare” campioni farmaceutici. La BioPrinter di HP permette un’erogazione più rapida e affidabile o la “stampa” di piccole molecole e biomolecole direttamente sulle lastre di prova. Questa tecnologia funziona in modo simile alle cartucce microfluidiche delle stampanti a inchiostro, con la differenza che eroga 11 picolitri a 10 volumi da microlitro di piccole molecole in modo rapido, preciso e senza contatto. Questo si traduce in campioni ottimizzati, risultati più rigorosi e coerenti rispetto alla manipolazione manuale e riduce significativamente i costi e il tempo speso nello studio e ricerca di nuovi farmaci anche in campi come la genomica e la proteomica. HP D300 BioPrinter richiede tempi brevi di installazione e offre alta qualità, erogazione a basso volume per una vasta gamma di applicazioni garantendo una maggiore velocità, semplicità, efficienza e produttività. Ma soprattutto, funziona con un software intuitivo che guida gli utenti in ogni operazione, riducendo al minimo i tempi di formazione e aumentando l’accessibilità.
a cura di Loris Cantarelli
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