Edge computing e cloud: il punto di vista di Emanuel Monticelli, PreSales Solution Consultant Manager di Extreme Networks Italia.
Le organizzazioni continuano a distribuire la propria azienda alla periferia della rete, dove si trovano clienti, dipendenti e risorse, collegando tutto e tutti in modo digitale. In un mondo sempre più connesso e distribuito, il concetto di Infinite Enterprise sta diventando più rilevante che mai.
La crescente richiesta di dati dalle applicazioni aziendali impone di trovare il modo di distribuirli più velocemente e ridurre la latenza, il che obbliga a gestioni ed elaborazione dati più avanzate rispetto alle tradizionali, dove le applicazioni operano in cloud pubblici e privati forniti da hyperscaler come Microsoft, Google e Amazon.
Il cloud è la soluzione ideale per la maggior parte di chi vuol archiviare e gestire dati e applicazioni, anche se – con l’aumento del volume di dati generati dai dispositivi di rete aziendali e IoT, ma anche dalle reti 5G – il cloud può non essere sempre l’opzione migliore.
L’edge computing
Una tendenza emergente che sta guidando la trasformazione digitale in tutti i settori, da quello manifatturiero alla formazione, è l’edge computing. Dove occorre bassa latenza, elaborazione in tempo reale e sovranità dei dati, l’edge computing è infatti la soluzione più adatta, perché consente di elaborare i dati alla fonte o a lei vicino, ridurre la necessità di trasferire grandi quantità di dati al cloud e fornire tempi di elaborazione più rapidi.
Secondo Gartner, entro il 2025 oltre il 50% dei dati gestiti dalle aziende sarà creato ed elaborato al di fuori del data center o del cloud. Che cosa sta determinando esattamente questa tendenza?
In primo luogo, l’edge computing si sta evolvendo a causa di diversi fattori, ma soprattutto per problemi di latenza. Con l’aumento dei dati generati nella periferia, l’attenzione si sposta infatti verso la riduzione dei costi dell’ampiezza di banda, grazie alla maggior potenza di calcolo più vicina alla fonte.
Inoltre, la crescita di dati e apparati è una delle tendenze più significative del settore hi-tech. Secondo Gartner, il numero di dispositivi IoT tra 2020 e 2030 triplicherà, con un tasso di crescita annuale composto o CAGR (Compounded Average Growth Rate) dell’11%. Oltre alla crescita dei dispositivi, si prevede che aumentino in modo esponenziale anche i dati da loro prodotti, favoriti dalla presenza di flussi di dati più ampi e da applicazioni ad alta intensità di banda.
Tre vantaggi dall’edge computing
Lo spostamento delle applicazioni verso la periferia presenta tre vantaggi fondamentali:
1) Miglioramento dei tempi di risposta e dell’esperienza applicativa
Sempre più applicazioni vengono create per esperienze che richiedono un’elaborazione in tempo reale e una bassa latenza. Il futuro in azienda della AR (realtà aumentata) e della VR (realtà virtuale) sono gli esempi più citati,, perché anche un piccolo ritardo può influire sulla qualità dell’esperienza utente.
Tuttavia, le aziende usano già un’ampia gamma di applicazioni che possono sfruttare l’edge processing, come le soluzioni per le smart city (la gestione del traffico, dei parcheggi e dei trasporti pubblici) che forniscono informazioni in tempo reale ai cittadini e ai funzionari comunali.
La periferia, con la sua capacità di elaborazione dei dati a livello locale, può fornire il livello di latenza e il processo decisionale in tempo reale necessari per supportare questi casi d’uso e migliorare l’esperienza complessiva dell’utente.
2) Riduzione della larghezza di banda e dei costi di calcolo
Nonostante i problemi di latenza siano il principale fattore trainante, i risparmi sui costi contribuiranno a determinare lo spostamento verso l’edge, che può fungere da buffer, elaborando e filtrando i dati prima che vengano inviati al cloud, per ridurre il carico sul cloud stesso e migliorare le prestazioni complessive.
Secondo le stime di Gartner, entro il 2025 il costo dell’ampiezza di banda sarà il fattore determinante per le nuove implementazioni di edge computing rispetto alla latenza nel 2021. Sappiamo già che la quantità di dati sviluppati nella periferia della rete sta crescendo a ritmi esponenziali, perciò la riduzione della quantità di dati inviati al cloud consentirà alle aziende di risparmiare proprio sui costi della banda.
Questo consentirà anche un uso più efficiente delle risorse, perché il cloud si potrà concentrare su attività più complesse come l’apprendimento automatico e l’analisi dei dati.
Inoltre, dato che nel cloud tradizionale i costi di calcolo sono molto alti, l’elaborazione nella periferia può contribuire ad abbassarli in modo significativo, in quanto riduce la necessità di trasferire i dati nel cloud. Con una soluzione edge adeguata, sarà possibile effettuare calcoli anche complessi e, secondo Gartner, entro il 2027 l’apprendimento automatico o ML (Machine Learning) sotto forma di DL (Deep Learning) sarà incluso in più del 65% dei casi d’uso edge rispetto a meno del 10% nel 2021.
3) Gestione della sovranità dei dati
In relazione all’aumento del volume e della diversità dei dati generati nella periferia della rete, la sovranità dei dati è diventato un fattore sempre più importante, perché l’esigenza di una distribuzione più rapida dei dati e di una ridotta latenza fanno crescere il bisogno di tecniche avanzate per la gestione e l’elaborazione dei dati capaci di rispettare le normative e le leggi geopolitiche, assicurando la conformità alle norme sulla privacy.
La Linux Foundation, tra le principali organizzazioni che promuovono l’adozione di Linux e del software open source, sostiene l’edge computing perché ritiene che sia un modo per portare la potenza del cloud più vicino al bordo della rete, dove può essere utilizzata per migliorare le prestazioni e la sicurezza di molte applicazioni.
Dentro la periferia
Che cos’è esattamente l’edge, o la periferia della rete? A seconda della tecnologia e della persona a cui ci si rivolge, si ottengono risposte diverse.
Gli hyperscaler offrono servizi di cloud edge computing. I gateway sono collocati ai margini di una rete e vengono utilizzati per elaborare e archiviare i dati a livello locale. Spesso eseguono versioni leggere di servizi cloud, come AWS Greengrass, Azure IoT Edge e Google Cloud IoT Edge.
Le discussioni sul 5G cellulare sono incentrate sull’edge delle telecomunicazioni: la rete di accesso radio o RAN (Radio Access Network) che collega i dispositivi mobili alla rete principale, ed è fatta di stazioni base o siti cellulari che trasmettono e ricevono segnali radio da e verso i dispositivi mobili, e il MEC (Mobile Edge Computing), la tecnologia che porta la potenza di calcolo sul bordo della rete mobile, distribuendo server e centri dati a livello di stazioni base. Insieme, le tecnologie MEC e RAN sono l’edge computing delle telecomunicazioni.
Tuttavia, per lo scopo di queste righe, ci concentriamo sul tema dell’edge in relazione al networking aziendale. L’edge aziendale si riferisce alle risorse di rete e di calcolo che si trovano nella periferia di una rete aziendale, vicino a utenti finali e dispositivi. Questi possono includere dispositivi edge, come router, switch e access point, ma anche risorse di calcolo generali come appliance e gateway. Si può pensare a tutti questi componenti come a un’unica piattaforma di calcolo distribuita, che può eseguire applicazioni specifiche adatte per le implementazioni edge.
Naturalmente, ci sono anche i dispositivi client. Il device edge si riferisce all’elaborazione e all’analisi dei dati effettuata direttamente sui dispositivi che li generano, come i dispositivi IoT, gli smartphone e le fotocamere. La crescita delle capacità di calcolo di tutti questi dispositivi rappresenta un’ottima opportunità per ripensare l’elaborazione delle applicazioni.
Questione di distribuzione
Le tecnologie cloud hanno rivoluzionato il modo di distribuire e scalare le applicazioni. Per esempio, i container sono diventati popolari perché leggeri e portabili (caratteristiche particolarmente adatte all’edge computing) e offrono le funzionalità di isolamento e sicurezza necessarie alle implementazioni di livello aziendale. Ma cosa succederebbe se questo concetto facesse un ulteriore passo avanti?
Invece di inviare i dati e le applicazioni al cloud, un approccio alternativo potrebbe essere quello di mantenerli in locale e di utilizzare toolchain nativi del cloud per distribuirli nella periferia aziendale. È possibile costruire un Intelligent Enterprise Edge che usi l’infrastruttura di rete e di calcolo in eccesso della periferia aziendale, come i punti di accesso, gli switch, i router e gli altri apparati di sede CPE (Customer Premises Equipment), ma in modo distribuito.
Con questo approccio, diventa possibile l’implementazione e la gestione di applicazioni cloud native nella periferia aziendale, perché l’elaborazione avviene nei data center dei partner o dei clienti, negli apparati di rete a livello di accesso (switch, AP e così via) o in una combinazione di tutti questi elementi. In questo modo, il livello di flessibilità e scalabilità non avrebbe confronti rispetto alle soluzioni tradizionali di enterprise edge.
Uno sguardo al futuro
In futuro potremo creare applicazioni che usano l’elaborazione coordinata dei dati sia su un dispositivo mobile wireless che su un punto di accesso, in combinazione tra loro.
Per esempio, un’applicazione mobile che utilizza la potenza di elaborazione del dispositivo client e dell’access point per offrire analisi e approfondimenti in tempo reale, o un gateway IoT nella periferia che può utilizzare i dati dei sensori IoT per ottimizzare le impostazioni e le funzioni in tempo reale, migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di inattività.
Per sviluppare queste nuove applicazioni, saranno necessari nuovi servizi. In quest’ottica, l’edge dei telco e dei service provider potrebbe confluire all’interno dell’ecosistema dell’Intelligent Edge. Sicuramente, l’arrivo della tecnologia cellulare 6G intorno al 2030 potrebbe diventare un fattore importante per questa integrazione.
Per sostenere lo sviluppo dell’edge computing, Linux Foundation ha creato l’organizzazione LFEDGE, una comunità focalizzata sulla tecnologia edge open source che promuove la collaborazione tra ecosistemi IoT, telecomunicazioni, imprese e cloud.
Quindi, il cloud troverà una nuova casa nell’edge? La risposta è senz’altro positiva.
Come abbiamo già detto, Gartner ritiene che il 50% dei dati gestiti dalle aziende verrà creato ed elaborato al di fuori del data center o del cloud. Noi pensiamo che entro il 2030 i numeri potrebbero sfiorare il 75%, o anche di più, con la creazione di un ecosistema Intelligent Enterprise Edge che porta i vantaggi del cloud a un livello superiore.
Il concetto di Intelligent Enterprise Edge offre un nuovo modo di pensare all’edge computing nelle aziende e al modo in cui può essere usato per alimentare servizi e applicazioni di nuova generazione. Si tratta di uno sviluppo promettente per le reti aziendali, e non vediamo l’ora di vedere la sua evoluzione nel futuro.
– a cura di Emanuel Monticelli, PreSales Solution Consultant Manager di Extreme Networks Italia
a cura di Redazione
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