I sistemi OT sono stati considerati relativamente sicuri perché isolati dalle reti IT tradizionali. Oggi, la digitalizzazione e l’interconnessione per migliorare efficienza e produttività stanno aprendo nuove falle di sicurezza. L’analisi di Nozomi Networks.

Le moderne infrastrutture industriali sono il cuore pulsante delle nostre economie, ma stanno affrontando una sfida sempre più complessa: da un lato, l’invecchiamento delle strutture operative (OT); dall’altro, l’evoluzione delle minacce informatiche.
Il risultato? Un rischio crescente per la sicurezza di reti idriche, energetiche, trasporti e altri servizi essenziali.
L’interconnessione espone le infrastrutture a nuovi pericoli
Per anni, i sistemi OT sono stati considerati relativamente sicuri perché isolati dalle reti IT tradizionali. Oggi, la digitalizzazione e l’interconnessione per migliorare efficienza e produttività stanno aprendo nuove falle di sicurezza. «Molti di questi sistemi si basano su tecnologie obsolete, difficili da aggiornare e prive delle moderne misure di protezione», spiega Davide Ricci, Regional Sales Director di Nozomi Networks. «Questo divario tecnologico crea un ambiente favorevole agli attacchi informatici, mettendo a rischio la continuità operativa e la sicurezza pubblica».
Minacce in crescita: dagli attacchi geopolitici ai droni hackerati
Nel contesto attuale, le infrastrutture critiche sono diventate bersagli strategici per attori malevoli, sia cybercriminali che gruppi sponsorizzati da stati. «Le tensioni geopolitiche rendono i settori dell’energia, dell’acqua e delle telecomunicazioni obiettivi privilegiati per chi cerca di destabilizzare nazioni o influenzare decisioni politiche», aggiunge Ricci.
Non solo: anche lo spazio e i dispositivi aerei non sono più intoccabili. La crescente dipendenza dai satelliti per comunicazioni e navigazione li rende vulnerabili, mentre droni non adeguatamente protetti possono essere dirottati per condurre attacchi digitali o fisici contro infrastrutture critiche.
L’espansione della superficie d’attacco con IoT e wireless
Con la diffusione dell’Internet of Things (IoT) e delle comunicazioni wireless, il numero di punti di ingresso per i cybercriminali è in costante crescita. Questo trend, unito al rafforzamento della sicurezza nei tradizionali ambienti IT, sta spingendo gli attaccanti a spostare il focus su sistemi OT, spesso meno protetti. «I criminali informatici sanno che molte infrastrutture industriali non sono state progettate per affrontare minacce moderne. È quindi fondamentale adottare soluzioni di sicurezza specifiche e strategie proattive per difendere questi ambienti», sottolinea Ricci.
A fronte di un panorama di minacce sempre più complesso, la capacità di prevedere e contrastare gli attacchi diventa cruciale. «Nel 2025 vedremo un’accelerazione nell’automazione della gestione della Threat Intelligence. Questo permetterà di ridurre i tempi di reazione e di concentrarsi sulle minacce reali, grazie a flussi di dati più precisi e personalizzati per i diversi ambienti IT e OT», spiega Ricci.
L’evoluzione della sicurezza industriale è evidente anche nell’ingresso di vendor tradizionali della cybersecurity nel settore OT. Questo segnale positivo evidenzia una crescente consapevolezza del problema, ma è essenziale che le soluzioni proposte siano adeguate alle specificità degli ambienti industriali.
Investire nella sicurezza per proteggere il futuro
L’invecchiamento delle infrastrutture, la sofisticazione delle minacce, il contesto geopolitico instabile e l’espansione della superficie di attacco rendono la protezione dei sistemi OT una priorità assoluta.
«Investire in soluzioni di sicurezza avanzate, formare il personale e favorire la collaborazione tra aziende e istituzioni è la chiave per garantire la stabilità delle nostre economie», conclude Ricci.
Il futuro della sicurezza industriale dipenderà dalla capacità di anticipare le minacce e adattarsi a un panorama in continua evoluzione.
a cura di Stefano Belviolandi
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