Secondo il Doing Export Report 2024 di Sace, nel 2024 l’incremento dell’export italiano sarà del 3,7% mentre nel 2025 l’aumento sarà del 4,5% per una quota pari a 679 miliardi di euro. Occhio al Made in Italy green, a un nuovo approccio aziendale che comprenda l’uso di Intelligenza artificiale.
Nel 2024 l’export italiano torna a crescere dopo un 2023 sostanzialmente piatto e, questa, è una bella notizia se si considera che negli ultimi 13 anni il Pil italiano è cresciuto grazie all’export.
Sono queste alcune delle considerazioni raccolte a caldo dall’amministratore delegato di Sace, Alessandra Ricci, durante l’evento di presentazione del Doing Export Report 2024 di Sace.
Gli incrementi dell’export italiano
Secondo il report, nel 2024 l’incremento dell’export sarà del 3,7% mentre nel 2025 si raggiungerà un incremento del 4,5% per una quota pari a 679 miliardi di euro. Cifre da capogiro che fanno tornare il sorriso sulle labbra delle numerose imprese italiane che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con l’estero.
Ma non è tutto qui. Alessandro Terzulli, capo economista di Sace, ha affermato come, a fronte di questi dati sull’export, ci siano dei punti chiave che faranno la svolta: innanzitutto il sostegno di Sace alle aziende cosiddette Sparkling, un acronimo che racchiude le caratteristiche di queste stesse imprese: smart, proactive, agile, revolutionary, kinetinc, leader, innovative, new e green.
Si tratta di un approccio flessibile e dinamico che va a consolidare un’altra certezza, secondo Terzulli: l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale. Secondo il Capo Economista Sace, le imprese che useranno strumenti di intelligenza artificiale nei prossimi anni avranno una probabilità di registrare un maggiore export nei prossimi anni del 10% superiore rispetto a chi non li adotta.
Ricci ha tuttavia ricordato come le imprese debbano trovare ‘risposte’ grazie all’intelligenza umana «l’Intelligenza artificiale è un ottimo sistema per liberare gli esseri umani da lavori ripetitivi e usuranti i quali potranno utilizzare la loro intelligenza umana per trovare risposte e soluzioni», ha affermato l’amministratore delegato di Sace.
Export italiano premiato grazie a imprese italiane virtuose nelle tecnologie low carbon
Ma non è tutto. Terzulli plaude alle imprese italiane che sono le più virtuose, a livello di produzione di tecnologie low carbon, e di conseguenza anche le produzioni di beni strumentali a basso impatto ambientale che aiuteranno l’export italiano a crescere a doppia cifra nei prossimi anni.
Secondo Sace, il cosiddetto Made in Italy green raggiungerà i 50 miliardi di vendite all’estero entro il 2025. Già nell’anno in corso il nostro paese è tra i leader dell’export di beni a tecnologie low carbon che è previsto in crescita dell’11,1% nell’anno in corso e salirà al 13,7% nel 2025.
Export italiano: si, ma dove è più promettente?
Parecchia ‘carne al fuoco’ durante l’evento considerando che il report Sace traccia anche quali sono i paesi che garantiscono ottime prospettive legate all’export. Sono i cosiddetti paesi Gate, 14 paesi in cui Sace è presente e verso cui l’anno scorso sono sbarcati circa 80 miliardi di euro di beni italiani, valore che è previsto in crescita del 5,4% nel 2024 e del 7% nel 2025.
Quali sono questi paesi? Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, Singapore, India, Vietnam e Cina. Oltreoceano in Brasile, Colombia e Messico, per ritornare verso il Vecchio Continente con Serbia, Turchia e poi Marocco, Egitto e Sudafrica. Si tratta di quei paesi che si sono distinti per crescita, ambizione, trasformazione e alto potenziale.
La geopolitica legata all’export italiano
E, a proposito di paesi una nota di geopolitica. Greta Cristini, analista di geopolitica e conduttrice del podcast “Il grande gioco”, ha evidenziato quali grandi eventi potranno cambiare la storia in questo 2024. «Sicuramente le elezioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti a novembre ma il vero evento ‘game changer’ è la prospettiva della fine della guerra in Ucraina. Questo stato ha iniziato il negoziato per entrare nella Ue e, quando la guerra sarà finita, vi sarà la ricostruzione di quei territori che significa lavori e investimenti in infrastrutture ad opera delle imprese europee».
a cura di Stefano Belviolandi
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