Mercato dell’acciaio, la bassa domanda limita il recupero

Le testimonianze nel webinar di siderweb “Mercato & Dintorni” con Giovanni Borinelli di NLMK Verona e Francesco Manni di Manni Group.

Ormai da fine settembre 2024, i prezzi dell’acciaio a livello internazionale stanno mostrando un recupero dettato dalla ripresa di alcune quotazioni delle materie prime e da un miglioramento del sentiment in Cina. Tuttavia, finora si è trattato di un recupero fortemente limitato dalla debolezza della domanda.

È questa l’analisi, in estrema sintesi, riassunta da Emanuele Norsa, coordinatore contenuti di siderweb, durante il webinar “Mercato & Dintorni” tenutosi lo scorso martedì 29 ottobre 2024 su YouTube a questo link.

La riduzione dei margini per le acciaierie

In Italia i prezzi di transazione dei coil non sono variati tuttavia in modo significativo, nonostante i tentativi di rialzo a livello europeo del principale produttore.

Concentrandosi sui costi di produzione della siderurgia in Italia, Norsa ha evidenziato come la riduzione dei margini per le acciaierie si sia relativamente stabilizzata a settembre 2024, soprattutto nel percorso basato su forno elettrico ad arco: «Tuttavia, anche per i prodotti lunghi, la marginalità resta su livelli molto bassi, quindi si avverte la necessità di un recupero».

Mercato dell’acciaio, la bassa domanda limita il recupero

La parola agli operatori

«Non penso che il 2025 sarà facile», ha dichiarato Francesco Manni, presidente di Manni Group. «Il consumo reale non sarà quello registrato nelle ultime settimane, in cui in generale si è segnato –20% oppure –30%, ma certamente vedo un mercato flettente e per tutto l’anno. Un dato preoccupante, perché fino a giugno non c’era il segno meno. A luglio si è avviato un processo recessivo della domanda, che ha accelerato. E temo che il 2024 si chiuderà con valori peggiori di quelli che ho appena citato, per effetto del consuntivo tra un primo semestre che aveva tenuto e un terzo trimestre disastroso». Sul piatto per il prossimo anno il gruppo Manni ha messo investimenti per circa 30 milioni di euro, per ammodernamento degli impianti e soluzioni logistiche della sua divisione Sipre.

Un’altra testimonianza è giunta da Giovanni Borinelli, amministratore delegato di NLMK Verona, secondo cui l’intera filiera siderurgica «deve prepararsi a essere prudente, perché il 2025 non sarà un anno facile. Saremo costretti a stringere la cinghia; quanto sarà stretta, però, dipenderà da tutta una serie elementi geopolitici ed economici». La speranza è quella di «assistere a un cambio di alcune condizioni, come ad esempio la fine dei conflitti o gli scenari derivanti dalle elezioni americane, oppure del cambio di alcune scelte da parte delle banche centrali, che possono innestare il germe di una ripresa e di una crescita che non sarà repentina, ma diluita nel tempo. Al di là di qualche aggiustamento, non credo ci sia ancora l’indicazione di un mercato che abbia ripreso a consumare».

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a cura di Redazione