Mercato digitale in Italia, la crescita non si ferma

Nel 2023 registrato nel nostro Paese un +2,1%, con il contributo essenziale delle componenti più innovative del settore.

Non smette di crescere il mercato digitale italiano: nel 2023 ha registrato un +2,1%, raggiungendo un valore complessivo di 78,7 miliardi di euro. Si tratta in termini reali di un incremento superiore alla crescita del PIL nazionale (+0,9%), che segnala come l’avanzamento dei progetti del PNRR e i crediti di imposta 4.0 e 5.0, oltre all’adozione delle principali tecnologie abilitanti del digitale, stanno facendo crescere sempre più gli investimenti nel settore.

L’andamento del mercato digitale in Italia

A commento della pubblicazione annuale sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube s.r.l. e presentata lunedì 1° luglio 2024 a Milano, il presidente Massimo Dal Checco (nella foto in alto, alla presentazione milanese nel Palazzo Giureconsulti di Piazza Mercanti) di Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT (Information & Communication Technology), ha dichiarato: «Se lo scenario globale del 2023 era segnato da grande incertezza e numerosi rischi che in larga parte durano ancora, la certezza di come l’innovazione stia facendo ampi e rapidissimi passi in avanti offrendo nuove opportunità non è mai venuta meno. Cogliere le potenzialità che la tecnologia ci sta offrendo, facendo dialogare tutti gli attori pubblici e privati è la sfida in cima alle nostre priorità. Formazione, ricerca, cooperazione, regolamentazione, investimenti e tanti altri aspetti devono spingere il digitale e la tecnologia a migliorare la vita delle persone».

Nel 2023, l’andamento generale del mercato digitale è stato positivo facendo segnare una crescita del 2,1%. I diversi segmenti che compongono questo mercato hanno però avuto andamenti differenziati. Se da un lato i Servizi ICT hanno fatto registrare la variazione più rilevante (+9% e 16,2 miliardi di euro), dall’altro il mercato dei Dispositivi e Sistemi ha mostrato un calo significativo (–4,8%), mentre andamenti particolarmente positivi hanno caratterizzato anche i segmenti del Software e Soluzioni ICT (+5,8% e 9,1 miliardi di euro) e dei Contenuti e Pubblicità Digitali (+5,5% e 15,2 miliardi di euro). I Servizi di Rete TLC invece hanno avuto una variazione minima (+0,2%), invertendo però i trend negativi che li hanno caratterizzati gli ultimi anni.

L’influenza dell’IA nella quotidianeità

«L’importanza del digitale non è solamente di natura economica – ha proseguito Dal Checco – ma anche sociale e ce ne rendiamo conto anche solo guardando a come stia pervadendo la nostra quotidianità. Tuttavia, ciò che stiamo vivendo ora ha maggior rilevanza rispetto agli ultimi anni: l’incredibile disponibilità di dati e le nuove architetture di calcolo con algoritmi intelligenti sono alcuni aspetti che mostrano come siamo in una nuova era. E seppure non tutti ne sono consapevoli, l’utilizzo sempre più diffuso dell’IA (Intelligenza Artificiale) può aprire scenari difficilmente immaginabili».

Anche nei prossimi anni si prevede che il mercato digitale continui il suo cammino positivo, con una crescita media annua (2023-2027) del +3,9%. Il motore di tale andamento continuerà ad essere rappresentato dai Digital Enabler e dai Digital Transformer, con un tasso medio annuo di crescita (2023-2027) del +11,1%.

Il richiamo alla sostenibilità

Il valore di mercato delle soluzioni di IA e Cognitive Computing è previsto triplicare nel periodo in esame, grazie alla loro crescente adozione da parte delle aziende e all’incremento dei casi d’uso trasversalmente a tutti i principali settori economici. Ma le innovazioni tecnologiche – come spiega un approfondimento monografico contenuto nella nuovo Rapporto “Il digitale in Italia” – sono anche al centro di uno dei più rilevanti temi che caratterizzano i nostri giorni: la sostenibilità ambientale. In tale contesto, il digitale gioca un ruolo critico. Da una parte, può avere un impatto ambientale negativo, anche se la distribuzione delle emissioni dei diversi segmenti del digitale varia da Paese a Paese e dipende principalmente dalla loro posizione nella catena del valore del settore. Dall’altro, offre positive opportunità di progresso, favorendo la diffusione di hardware e software e l’erogazione di servizi energeticamente efficienti.

«Negli ultimi anni – ha concluso Dal Checco – l’accelerazione della digitalizzazione ha portato a un aumento complessivo dell’impatto ambientale dell’ICT. Malgrado i notevoli progressi nell’innovazione delle tecnologie digitali sempre più “green”, la diffusa trasformazione digitale di processi e prodotti porta ancora inevitabilmente con sé un bilancio netto negativo, anche se in miglioramento. La consapevolezza che occorre fare di più per bilanciare l’innovazione digitale con la responsabilità ambientale non è più sufficiente. Per migliorare le prospettive in ottica “zero emissioni” serve un cambio di marcia pervasivo, che faccia evolvere la sostenibilità ambientale del digitale da “ambito di regolamentazione” a vero “strumento strategico” per le aziende e per la politica industriale stessa. In tal senso, diverse iniziative sono possibili e auspicabili. E il nostro Rapporto le approfondisce».

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a cura di Redazione