Metaverso: creare mondi virtuali immersivi ottimizzando gli oggetti 3D

Lo spin-off del Politecnico di Milano si rivolge a technical artists e aziende interessate alla creazione di modelli grafici 3D fedeli alla realtà, nonostante una notevole riduzione delle risorse computazionali.

Si moltiplicano le iniziative dei brand nel Metaverso e fa notizia la creazione della Spotify Island su Roblox, utilizzando l’Imagination Platform che consente ai propri utenti di sviluppare o giocare a milioni di giochi 3D online.

Si tratta della prima piattaforma di streaming a sbarcare nel Metaverso: l’isola è una sorta di “paradiso del suono” dove i fan e gli artisti di tutto il mondo possono incontrarsi ed esplorare un paese delle meraviglie fatto di suoni, missioni e merchandising esclusivo. Gli utenti di Roblox potranno così socializzare con gli artisti, completare sfide interattive e sbloccare contenuti esclusivi. I giocatori potranno anche vivere un’esperienza audio coinvolgente creando musica ed esplorando i suoni nelle stazioni beat-maker virtuali alimentate da Soundtrap. Gli ascoltatori di Spotify noteranno anche alcune forme, colori e icone familiari sulla Spotify Island. Ad esempio, gli utenti di Roblox avranno la possibilità di raccogliere l’icona “Mi piace” a forma di cuore, che potrà essere scambiata con merchandising. Tutto questo consentirà ai fan di interagire con il marchio in un modo completamente nuovo.

Ma siamo sicuri che sia davvero tutto così semplice? E soprattutto quanto può essere complicato sviluppare esperienze di questo tipo? Creare esperienze coinvolgenti nel Metaverso può essere impegnativo, in particolare, a causa delle limitazioni in termini di numero di poligoni (10 mila poligoni per qualsiasi terra virtuale è un numero molto basso). Ricordiamo che il poligono è l’elemento base di ogni scena tridimensionale e viene utilizzato per creare gli oggetti virtuali che riproducono scenari reali. Così un maggior numero di poligoni migliora la resa finale dell’oggetto, ma grava maggiormente sul processore grafico della macchina e sul budget di 10 mila di ogni terra virtuale nel Metaverso.

Esiste una soluzione a questo genere di problemi, rappresentata dalla piattaforma cloud Amaz3d, lanciata da Adapta Studio, startup e spin-off del Politecnico di Milano. Il servizio cloud Amaz3d consente di ottimizzare gli oggetti grafici 3D senza utilizzare le risorse locali del computer ma bensì ricorrendo a risorse computazionali remote. Il software Amaz3d è in grado di ridurre il numero dei poligoni che costituiscono gli oggetti grafici 3D, mantenendo una alta qualità di renderizzazione e consentendo così la creazione di mondi virtuali immersivi caratterizzati da una grafica realistica.

«Adapta Studio – racconta Leonardo Locatelli, CEO e co-founder dell’azienda – consente alle persone di creare incredibili applicazioni per il Metaverso con grafica realistica senza superare il limite di 10k per terra imposto dai fornitori del mondo metaverse (ad es. Decentraland)».

«Grazie all’utilizzo di algoritmi matematici avanzati – aggiunge Simona Perotto, presidente e co-founder dell’impresa – Adapta Studio può supportare grafici e aziende di diversa estrazione nella creazione di modelli grafici 3D caratterizzati da un’alta affidabilità da un lato, e da un uso assai ridotto di risorse computazionali dall’altro».

Fondato nel 2021, dopo una prima fase di messa a punto di algoritmi avanzati iniziata nel 2019, Adapta Studio ha già ricevuto due finanziamenti da PoliHub e 360 Capital Partners e attualmente offre soluzioni e prodotti diversi per l’ottimizzazione degli oggetti grafici tridimensionali al fine di soddisfare le diverse esigenze dei clienti.

calendar_month

a cura di Loris Cantarelli