«L’Europa ha delle possibilità immense per sviluppare l’intelligenza artificiale che serve ai cittadini», ha dichiarato Roberto Viola, director general for Cnect della Commissione Europea, in occasione dell’evento AI Transition, organizzato da Il Sole 24 Ore.
«L’Europa ha delle possibilità immense per sviluppare l’intelligenza artificiale che serve ai cittadini», ha dichiarato Roberto Viola, director general for Cnect (Communications Networks, Content & Technology) della Commissione Europea, in occasione dell’evento AI Transition, organizzato da Il Sole 24 Ore. Aggiungendo: «Quindi adesso abbiamo le regole e questa è una buona cosa, però anche lo sviluppo della tecnologia non deve avere limiti».
Le potenzialità europee
«L’AI è stata inventata in Europa – ha proseguito Viola – anche se è vero che poi l’Europa ha un po’ perso la bussola, soprattutto per quanto riguarda l’adozione di Internet, che è stata più veloce negli Stati Uniti. Abbiamo i migliori super calcolatori al mondo, i migliori scienziati al mondo, imprese che fanno prodotti molto innovativi. Adesso è il momento di spiegare le ali».
Le regole sull’AI
Per quanto riguarda la regolamentazione, ha dichiarato ancora il direttore generale per la Commissione Europea, «credo che l’Europa abbia fatto uno sforzo negli ultimi anni di avere delle regole europee e non più nazionali, e questo nel lungo periodo sarà un vantaggio. Credo che tutti siano d’accordo ad avere poche regole, averle a livello europeo, piuttosto che tante regole frammentate, quindi su questo c’è una voglia d’Europa. Dall’altro lato però è anche evidente che le imprese vogliono certezze, vogliono chiarezza».
L’AI Act europeo «non si applica subito, ma fra 2 anni», ha ricordato ancora Viola, quindi «c’è tempo di sedimentare le cose, stabilizzarle bene e essere sicuri che ci comprendiamo quali regole vanno bene. Però è importante sottolineare che saranno regole europee. Non ci sarà nessuno Stato europeo che può fare legislazione sulla sicurezza dell’AI. Qualunque laboratorio in Europa potrà certificare un prodotto basato sull’AI, quel prodotto sarà vendibile in tutta Europa. Quindi sì, le regole ci sono, però la bella notizia è che sono le stesse dappertutto».
Made in Europe, garanzia di qualità e sicurezza
«Ho incontrato startup danesi – ha spiegato ancora il director general for Cnect – che erano abbastanza convinte che il marchio AI Made in Europe venderà nel mondo perché è un marchio di qualità, di sicurezza, di affidabilità. Affianchiamo all’AI Act, che alla fine è un pezzo di carta, anche un supporto molto più concreto che sono le cosiddette AI factories, che sostanzialmente sono i nostri grandi centri di supercalcolo, come quello di Bologna, che diventeranno ancora più grandi, avranno dei computer specializzati, dei super computer per le AI tra i più grandi al mondo, aperti alle startup e alle imprese».
Il supporto alle startup
«Ci sono 2 miliardi di euro sul tavolo – ha concluso Viola – per fare immediatamente un upgrade di tutte le macchine e per aprire questa capacità alle start up. L’abbiamo già fatto, l’abbiamo fatto con startup come Mistral AI, come Genius AI in Italia, Silo AI in Finlandia e altre startup, e vediamo che questo modello funziona: da un lato creare il marchio di qualità e AI made in Europe, dall’altro aiutare le startup a usare gli strumenti di costruzione delle AI che sono estremamente costosi e quindi nessuna startup se li può permettere. E qui può venire appunto l’aiuto da parte dell’Europa e degli Stati Uniti».
a cura di Redazione
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