Marco Calabrò, Capo Segreteria Tecnica del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in occasione di un incontro pubblico in Ucimu – Sistemi per Produrre, ha sottolineato come nella prima settimana di luglio 2024 il decreto attuativo al piano 5.0 sarà operativo. La Commissione Europea sta concedendo alcune aperture al testo del decreto stesso.
Il decreto attuativo al piano Transizione 5.0 sta completando il suo iter anche in Commissione Europea ed entro questa settimana dovrebbe vedere la luce.
Il documento sta completando il suo iter con il MEF e il Ministero dell’ambiente e, una volta uscito da quelle stanze sarò ritrasmesso alla Commissione Europea per un ultimo via libera, dato che di mezzo ci sono fondi del PNRR, tuttavia, Marco Calabrò, Capo Segreteria Tecnica del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in occasione di un incontro pubblico in Ucimu – Sistemi per Produrre, ha sottolineato come nella prima settimana di luglio 2024 il decreto attuativo al piano 5.0 sarà pienamente operativo.
Decreto attuativo e piano 5.0: occhio al calendario
A scanso di equivoci, è prevista una circolare ministeriale esplicativa dello stesso. Calabrò, sottolineando che il piano sarà in vigore fino al 31 dicembre 2025 con effetto retroattivo al 1° gennaio 2024, nel decreto attuativo si affermerà che alle imprese sono concessi due mesi in più, dal 31 dicembre 2025, (fine febbraio 2026) non tanto per completare gli investimenti ma per completare gli oneri documentali.
Una formula che risuona come una apertura prevista nel decreto attuativo che è stato oggetto di discussione con la Commissione Europea così come lo sono state le attività escluse all’agevolazione 5.0 per le quali il ministero ha ottenuto delle aperture da parte della Commissione stessa.
La Commissione europea concede aperture al piano 5.0
«La misura vale per tutte le imprese senza discriminazione ed è cumulabile con qualunque altra agevolazione a favore delle imprese stesse», ha spiegato Calabrò. «Uniche due eccezioni riguardano l’impossibilità per le aziende del Mezzogiorno di cumulare 5.0 con ZES perché in questo caso le aziende potrebbero beneficare di una percentuale superiore al 100%».
Inoltre, sul primo punto delle attività escluse (attività direttamente connesse ai combustibili fossili), Calabrò ha fatto intendere che vi sarà una apertura di agevolazione per quei settori che, temporaneamente, utilizzino combustibili fossili. Sul discorso degli ETS (sistema di scambio di quote di emissione dell’UE) vi sarà un criterio di eccezione che darebbe la possibilità di agevolare investimenti che non abbiano un impatto diretto sulla produzione di CO2.
Decreto attuativo al piano 5.0 : vi sono requisiti da rispettare
Tutto questo presuppone la regola del mantenimento del requisito del risparmio energetico che prevede un periodo di osservazione in cinque anni, come prevede l’articolo 38 comma 14, del piano.
Il periodo di cinque anni riguarderà sia gli investimenti in veni strumentali ma il periodo di osservazione si estenderà anche alle caratteristiche di investimento che guardino al rispetto degli obblighi di sicurezza.
a cura di Stefano Belviolandi
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