Durante l’Osservatorio Industria 4.0 – Soluzioni e Tecnologie per le imprese organizzato dal Competence Center BI-REX e Intesa Sanpaolo è emerso un buon livello di attenzione del comparto emiliano-marchigiano verso il 4.0 mentre è ancora scarso l’interesse per il piano Transizione 5.0.
Quanto sono diffuse, oggi, le tecnologie 4.0 tra le imprese di Emilia-Romagna e Marche? Come si sta evolvendo il processo di trasferimento tecnologico e la transizione green? Quali le prospettive legate al piano Transizione 5.0?
Sono questi gli obiettivi del quarto appuntamento annuale con l’Osservatorio Industria 4.0 – Soluzioni e Tecnologie per le imprese organizzato dal Competence Center BI-REX e Intesa Sanpaolo.
C’è un gradimento costante sul 4.0
Durante l’evento di presentazione sono stati illustrati i risultati di un’indagine condotta su oltre mille aziende manifatturiere e dei servizi su scala nazionale, nel caso specifico con focus particolare sul tessuto emiliano-romagnolo.
All’indagine, iniziata a metà settembre alla quale hanno aderito 225 imprese localizzate in Emilia-Romagna o nelle Marche, circa tre quarti di queste, con punte del 90%, sono le realtà più grandi e oltre l’80% specializzati nell’elettronica ed elettrotecnica a osservare un buon gradimento. Anche tra le aziende più piccole si rileva un buon grado di diffusione del 4.0: più del 60% dichiara infatti di adottare almeno una tecnologia.
Quali le tecnologie più utilizzate in ambito 4.0?
Tra le tecnologie più utilizzate spicca la robotica (49%), l’archiviazione, trasmissione e analisi dati (38%), il cloud computing (34%) e i magazzini automatizzati (33%). L’adozione di soluzioni più di frontiera come l’intelligenza artificiale è meno diffusa (meno del 10%) ed è applicata soprattutto nelle fasi di produzione e di ricerca e sviluppo.
Si tratta di un fenomeno recente, che si è affermato negli ultimi anni, grazie anche a efficaci interventi di politica industriale: nel periodo 2020-2024 il 71% del campione ha indicato di aver introdotto o potenziato misure 4.0 per supportare il processo di automazione e digitalizzazione anche con tecnologie sempre più evolute.
Quali gli obiettivi raggiunti grazie al 4.0?
I principali obiettivi raggiunti grazie al 4.0 sono molteplici; tende a prevalere l’ottimizzazione dei processi: il 70% delle imprese dichiara di averne efficientato il controllo e l’automazione e più della metà di aver aumentato la velocità di produzione. Inoltre, il 64,3% dichiara di avere avuto una riduzione dei consumi di energia.
Per accompagnare l’adozione di soluzioni 4.0, circa la metà delle imprese ha rivisto o intende rivedere (nel prossimo biennio) la propria struttura organizzativa (si sale al 60% tra le medio-grandi), mentre una quota più limitata è intervenuta (o intende farlo a breve) sul proprio modello di business (30%). La propensione ad attuare queste modifiche è maggiore quando la figura responsabile dell’implementazione di tecnologia in azienda è un profilo manageriale.
Transizione green e l’avvio verso la Transizione 5.0
Oltre a questi dati che segnano un deciso sviluppo e attenzione verso il 4.0, l’Osservatorio ha portato all’attenzione anche la tematica di come le imprese stanno affrontando la transizione green.
Le strategie più diffuse riguardano l’utilizzo di tecnologie più efficienti per ridurre il consumo di energia (indicate dal 47% delle imprese) e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (45%) che, insieme ai sistemi di gestione e monitoraggio dei consumi energetici (26%) e all’isolamento termico (8%), rappresentano anche azioni specifiche/propedeutiche per supportare il processo di Transizione 5.0.
Solo il 18% del campione è avviato verso il processo di Transizione 5.0
Dall’incrocio tra propensione al digitale e intensità green, è stato possibile realizzare una prima mappatura del posizionamento 5.0: il 18% delle imprese del campione è ben avviato verso il processo di Transizione 5.0. Emerge, però, un 41% di imprese che evidenzia un ritardo su entrambi i fronti.
Se per l’introduzione di tecnologia si sono osservate iniziative sul capitale umano rilevanti soprattutto in termini di formazione (61% per la formazione sui processi produttivi), per l’implementazione di strategie green emerge un impegno ancora poco strutturato (circa il 30% dichiara di non aver attuato nessuna azione) e maggiormente orientato al ricorso a soggetti esterni (33%), come ad esempio i consulenti energetici.
Quali le prospettive sul 5.0?
Nel biennio in corso (2024-2025) un’impresa su quattro dichiara che realizzerà investimenti 5.0.
Più in particolare, solo il 10% dei rispondenti sostiene di aver rivisto al rialzo i propri piani di investimento in seguito alla presenza di crediti di imposta a favore di transizione 5.0.
Inoltre, un terzo degli intervistati dichiara che non farà investimenti 5.0. A prevalere dunque è l’incertezza, con una quota del 39% che ancora non sa se realizzerà questa tipologia di investimenti. Sono più indecise le imprese poco digitalizzate (41%) o che ancora non hanno implementato soluzioni 4.0 (47%). Su queste percentuali, almeno finora, può aver pesato la complessità dell’incentivo.
Nel prossimo triennio resterà alto l’impegno in innovazione, green e capitale umano: tra le strategie adottate il 44% delle imprese si orienterà verso la ricerca e sviluppo, il 37% in investimenti in ottica green e il 35% in formazione. L’impegno su questi fronti è particolarmente elevato tra le imprese giù più evolute in ottica digitale e green.
a cura di Stefano Belviolandi
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