Con l’Additive Manufacturing sono arrivate alcune delle principali soddisfazioni per il consorzio BI-REx, grazie all’acquisizione nel 2023 della stampante Origin One di Stratasys.
BI-REx migliora il processo di Additive Manufacturing grazie alla tecnologia di Stratasys. Da quando il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) ha istituito i Competence Center, nel quadro del Piano Industria 4.0, sono state inaugurate 8 diverse sedi operative. BI-REx è una di queste, è nato nel 2018 a Bologna e riunisce in partenariato 60 tra università, centri di ricerca e imprese di eccellenza.
Pur essendo focalizzato sui big data, grazie alla presenza della propria Linea Pilota (fabbrica digitale del futuro dove le nuove tecnologie Industria 4.0 vengono integrate con quelle tradizionale in un ambiente digitalmente interconnesso), il BI-REx è attivo anche nei settori dello smart manufacturing, della robotica e dell’AM (Additive Manufacturing).
E proprio con l’Additive Manufacturing sono arrivate alcune delle principali soddisfazioni per il consorzio, grazie all’acquisizione nel 2023 della stampante Origin One di Stratasys, in particolare da Energy Group del SolidWorld Group, Platinum Partner di Stratasys con sede a pochi chilometri da Bologna.
Origin One sfrutta la tecnologia P3, evoluzione del DLP
La tecnologia alla base di Origin One è un’evoluzione del DLP (Digital Light Processing), nello specifico P3: Programmable PhotoPolymerization. Nel processo vengono utilizzati controlli pneumatici che riducono le forze di trazione durante la stampa, garantendo così la massima qualità delle superfici senza compromettere la velocità di stampa o l’isotropia della parte realizzata. Ed è anche grazie a questo innovativo processo utilizzato dalla stampante di Stratasys che BI-REx ha contribuito al successo di diversi progetti.
Con Origin One sono stati infatti realizzati stampi per iniezione di silicone, così come particolari case per l’alloggiamento di schede elettroniche. Interessanti anche le applicazioni di ricerca pura, come quelle svolte nell’ambito della microfluidica. La stampa 3D è, d’altronde, una tecnologia con applicazioni e casi d’uso potenzialmente illimitati e in BI-REx non sono mancati i test puramente estetici e la produzione di elementi decorativi.
«La macchina – ha dichiarato Alessandro Barraco, Additive Manufacturing Process Engineer di BI-Rex – ci ha consentito di realizzare progetti importanti, ottenendo geometrie molto complesse con un’ottima finitura e grazie al fondamentale supporto di Energy Group nella gestione della tecnologia siamo riusciti ad ottenere il miglior risultato possibile. L’acquisizione della Origin One ci ha consentito di ampliare il portafoglio servizi nei confronti dei nostri clienti in ambito additive e di consolidare la preziosa partnership con Energy Group, volta a supportare i processi di innovazione tecnologica del nostro tessuto industriale».
La stampa 3D in produzione, dall’idea al risultato
La richiesta di aziende e centri di ricerca nei confronti delle stampanti 3D verte sostanzialmente su tre necessità: precisione, produttività e materiali utilizzabili. Origin One dà una risposta concreta a ciascuna di esse.
Si tratta infatti di una macchina che utilizzando resina liquida è in grado di stampare particolari con una accuratezza fino a 50 μm, paragonabile a quella ottenibile con tecnologie produttive tradizionali. La velocità di stampa è ragguardevole: la stampante 3D Origin One di Stratasys assicura il miglior rapporto tempo/parte stampata della categoria, grazie alla possibilità di impilare i pezzi e alla breve post-polimerizzazione UV (5-15 minuti per gran parte dei materiali). E a proposito di materiali, grazie alla collaborazione con i maggiori player a livello mondiale fra cui Basf, Henkel e DSM, Stratasys offre la soluzione giusta per stampare con tutti i principali materiali ad alte prestazioni, dai più resistenti tecnopolimeri agli elastomerici, inclusi FST e ESD.
a cura di Redazione
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere