Nel documento finale di chiusura della terza edizione, 150 Top Manager indicano le priorità strategiche sull’Intelligenza Artificiale.
Si è conclusa a Bologna l’8-9 novembre 2024 la terza edizione Stati Generali della Sostenibilità Digitale, il think tank costituito nel 2022 dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale , la più importante riconosciuta in Italia sulla ricerca dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale.
Oltre 150 leader delle più grandi aziende pubbliche e private italiane, tra cui amministratori delegati, CEO, CIO, CINO e altri C-Level, si sono incontrati e confrontati su temi di grande attualità, come l’introduzione di IA (Intelligenza Artificiale) in azienda, la Prassi UNI 147:2023 e il programma Digital4Aid.
Dai problemi alle soluzioni
Anche quest’anno, nella sintesi di Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, «incontrarsi per due giorni qui a Varignana ci ha consentito di condividere problemi, approcci e soluzioni, costruire strategie comuni, comprendere come a partire dalla trasformazione digitale si possa far bene alla propria azienda e al Paese. Quest’anno abbiamo ampliato la community ad altri ambiti aziendali, perché siamo convinti che la trasformazione in atto richieda un approccio profondamente multidisciplinare e abbia impatti su tutta l’azienda: per questo motivo è importate creare momenti di confronto tra le diverse funzioni».
L’evento ha avuto un programma denso e diversificato, comprendente sessioni parallele su temi specifici, tavole rotonde tra esperti di settore e gruppi di lavoro mirati alla definizione di strategie operative. Novità di quest’anno è stata l’introduzione dei gruppi di confronto Balint, un metodo che incoraggia la riflessione condivisa sulle dinamiche relazionali e decisionali all’interno delle organizzazioni.
IA e Sostenibilità
Ampio spazio è stato dedicato all’esplorazione degli impatti della sostenibilità legati all’adozione dell’IA in azienda. Le discussioni si sono focalizzate su come l’IA possa favorire uno sviluppo sostenibile e, se sviluppata in modo responsabile, sostenere l’economia e il benessere sociale, riducendo al contempo l’impatto ambientale. L’obiettivo del confronto è stato quello di elaborare un documento complessivo che possa rappresentare un primo passo verso la definizione di una roadmap per l’implementazione sostenibile dell’IA in azienda.
Verso un approccio condiviso
Questo 2024 l’organizzazione ha affiancato alla community dei CIO un nutrito gruppo di decisori provenienti da altre aree dell’azienda. I C-Level delle maggiori 150 imprese italiane hanno quindi collaborato per sviluppare un approccio condiviso all’adozione di un’Intelligenza Artificiale sostenibile, analizzando gli impatti sull’organizzazione aziendale e andando a identificare i temi comuni più rilevanti, nonché i principali benefici ma anche gli ostacoli derivanti dalla sua adozione. Di seguito la classifica e le percentuali ottenute dalle 4 priorità strategiche per i C-Level emerse durante la due giorni con l’indicazione delle azioni necessarie alla realizzazione, elencate di seguito in ordine d’importanza e per percentuale di votazione.
- Priorità strategica 1: Rapporti tra i C-Level (85,71%) — È emersa la necessità impellente di passare da una visione dell’IA come semplice tecnologia a una considerazione più ampia come suo contenuto e valore strategico, favorendo un approccio integrato e condiviso tra i vari C-Level. Gli elementi chiave del manifesto richiedono infatti valutazioni che superano le sole competenze tecniche e devono essere definite tramite la collaborazione di diverse funzioni aziendali. Questo implica che le aziende e i CIO adottino un approccio all’IA come contenuto, non solo come tecnologia. Nella definizione e analisi della priorità dei C-Level, sono state indicate e votate le azioni necessarie per realizzare tale priorità: il 33% dei C-Level ha indicato come prioritari l’identificazione di cosa risolvere e dei relativi impatti; per il 31% dei C-Level al primo posto c’è lo sviluppo di nuove competenze; il 25% dei C-Level mette al primo posto una chiara attribuzione di ruoli (chi e come).
- Priorità strategica 2: Rapporto con le Big Tech (67,50%) — Strutturare rapporti strategici con i grandi provider tecnologici, identificando gli elementi distintivi di un’IA sostenibile che rifletta il patrimonio culturale e i valori dell’azienda è una priorità strategica molto importante per tutti i C-Level presenti. Tutti hanno espresso la necessità di definire gli elementi significativi per un’IA sostenibile partendo da quelli già indicati nel Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’IA così come l’individuazione degli elementi distintivi per un’IA addestrata sul patrimonio culturale della singola impresa. Di seguito quali le azioni per realizzare questa priorità: per il 42% fare sistema per scelte tecnologiche; per il 23% uscire da logiche di vendor lock in; per il 23% condividere i dati.
- Priorità strategica 3: Policy e ambiti di applicazione dell’IA (57,89%) — La necessità emersa è stata quella di identificare le aree in cui l’IA può essere applicata in conformità con le policy aziendali e con l’IA Act, per garantire un uso responsabile e allineato agli obiettivi di sostenibilità. Su questo punto, il 69% dei C-Level ha segnalato la necessità di nuove policy, mentre il 19% ha espresso la propria preoccupazione riguardo a policy potenzialmente tossiche.
- Priorità strategica 4: Relazione con l’organizzazione interna (46,34%) — Rispecchia la necessità, da parte dei C-Level, di essere essi stessi e sempre di più, promotori di processi virtuosi, indicando gli elementi su cui è opportuno concentrarsi per sviluppare applicazioni che devono essere progettate considerando sia i contenuti tecnici, sia le ricadute sociali, economiche e ambientali. È emersa inoltre l’esigenza di definire strategie che favoriscano una stretta collaborazione con i C-Level e gli stakeholder, con il CIO responsabile della promozione dei principi di sostenibilità dell’IA all’interno dell’organizzazione. Individuate anche le azioni per realizzare questa priorità: il 46% ha dichiarato che serve un Chief Artificial Intelligence Officer e il 42% ha indicato la necessità di introdurre un vero e proprio obbligo nell’allineamento con i CxO. Da sottolineare che il 4% ha segnalato una sfiducia verso il CIO.
Digital Strategy e governance, le priorità dei CIO
I gruppi di lavoro dei CIO delle 150 più grandi imprese italiane che compongono la community degli Stati Generali, hanno affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale in un’ottica di sostenibilità, con l’obiettivo di ripensare la struttura dell’IT. L’obiettivo è stato sia individuare le migliori strategie per sviluppare l’IA all’interno della funzione IT, sia definire le modalità più efficaci per promuoverne uno sviluppo sostenibile dall’IT verso i colleghi delle altre funzioni aziendali. Partendo dall’analisi dei temi comuni più rilevanti per i CIO, sono emerse le priorità su cui focalizzarsi nei prossimi mesi, che indichiamo di seguito.
- Priorità strategica 1: Data Strategy e Data Governance (90,38%) — Utilizzare in modo sostenibile dell’IA, in tutte le sue possibili declinazioni, non può prescindere dall’accuratezza dei dati su cui viene applicata. Tutto ciò passa da una consapevolezza generale sul valore dei dati e del ruolo che ciascuno dovrebbe avere nella loro gestione, attraverso un approccio metodologico strutturato e sicuro. Questa è oggi la maggiore priorità per i CIO delle più grandi aziende italiane.
- Priorità strategica 2: IA nella Digital Strategy (74,51%) — Integrare il Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’Intelligenza Artificiale nella strategia digitale dell’azienda. Si è discusso su come inserire nella Digital Strategy delle aziende i principi del Manifesto, per promuovere un approccio sostenibile nel ciclo di vita delle tecnologie e dei servizi, dalla definizione fino alla dismissione (Sustainability by design), promuovendone la cultura all’interno della Funzione IT.
- Priorità strategica 3: Sostenibilità digitale dei modelli IA (57,69%) — Applicare il Manifesto dell’IA nelle fasi di selezione, definizione e sviluppo dei modelli è una necessità impellente. Nella definizione dei casi d’uso da implementare, bisogna definire e misurare un indicatore di sostenibilità in termini di saldo positivo tra quanto l’applicazione della tecnologia di IA fa risparmiare e quanto la stessa produce in termini di impatto ambientale, sociale ed economico.
- Priorità strategica 4: Scoring model di sostenibilità (56,86%) — La necessità è quella di definire i criteri di valutazione per misurare il livello di sostenibilità delle soluzioni di IA con l’obiettivo di integrare in fase di gara, all’interno dei parametri tecnici di valutazione delle soluzioni IA, degli indicatori che favoriscano la sostenibilità digitale delle soluzioni proposte. Tali indicatori derivano dalla prassi UNI/PdR 147:2023 o dalle caratteristiche specifiche dell’IA.
Il Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’IA
Lanciato nell’ottobre 2023 dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e realizzato da un gruppo di lavoro differenziato e multidisciplinare, composto dai professori delle Università del network della Fondazione, e dagli esperti delle aziende che sostengono la Fondazione, il Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’IA è una guida per l’approccio consapevole, responsabile e sostenibile all’IA. Il Manifesto identifica alcuni criteri che tutte le organizzazioni pubbliche e private dovrebbero utilizzare nello sviluppo e adozione di sistemi di IA e che includono, tra le principali, la trasparenza, la non discriminazione nella strutturazione e applicazione dell’IA, l’equità, la sostenibilità economica, sociale e ambientale, l’interoperabilità e portabilità delle tecnologie di IA, la possibilità di revoca dell’azione, il rispetto della privacy, la sicurezza delle informazioni, la riconoscibilità di ciò che è stato creato con l’IA, la necessità di una formazione consapevole sulla conoscenza delle tecnologie digitali, fra cui l’IA, la valutazione su opportunità e rischi tra possibili danni ed elementi di vantaggio, l’attribuzione delle giuste responsabilità per chi trae vantaggi dall’IA.
«Nel documento – ha spiegato Epifani – vengono presentati i principi e le caratteristiche necessarie per valutare qualsiasi prodotto o servizio realizzato a partire da una IA. Si parte dall’assunto che l’IA non deve essere considerata una commodity a cui si accede in modo inconsapevole, ma piuttosto una tecnologia che richiede consapevolezza, competenza e capacità critica. L’obiettivo è utilizzare l’IA per costruire un mondo più sostenibile, affrontando i problemi reali che la società si trova a fronteggiare».
La nuova Prassi UNI/PdR 147:2023 e la Certificazione
Durante l’incontro degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale si è discusso del percorso di certificazione della Prassi UNI/PdR 147:2023 per aziende e professionisti ed esplicitata la correlazione con gli schemi della CSRD (Central Securities Depository Regulation), la normativa sulla rendicontazione di sostenibilità per le imprese e già in vigore per le grandi imprese italiane. La Prassi suggerisce un percorso che segue le fasi del ciclo di vita di un progetto, per verificare quanto un’organizzazione e un progetto aderiscano concretamente ai princìpi che ispirano gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Si tratta di un percorso di autovalutazione basato su una serie di KPI (Key Performance Indicator) che legano il ruolo sistemico del digitale alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
a cura di Redazione
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