La robotica entra in corsia al servizio della medicina riabilitativa

La rivoluzione della robotica in medicina compie un importante passo avanti. Oversonic Robotics e il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute integrano RoBee, l’umanoide cognitivo, nei percorsi riabilitativi per supportare pazienti e operatori sanitari. L’obiettivo è migliorare l’efficacia delle terapie e la qualità dell’assistenza.

La robotica sta trasformando il campo della medicina riabilitativa, offrendo soluzioni innovative per migliorare il recupero dei pazienti con disabilità motorie. Dispositivi come esoscheletri e robot assistivi sono progettati per supportare e potenziare le capacità motorie compromesse, consentendo terapie più efficaci e personalizzate.​

Secondo wikipedia, un esempio significativo è l’Hybrid Assistive Limb (HAL), un esoscheletro motorizzato sviluppato dall’Università di Tsukuba in Giappone. HAL è progettato per amplificare i movimenti dell’utente, facilitando il recupero delle funzioni motorie in persone con disabilità.

Questo dispositivo rileva i segnali bioelettrici inviati dal cervello ai muscoli e li traduce in movimenti assistiti, permettendo ai pazienti di eseguire azioni che altrimenti sarebbero difficili o impossibili. ​

Inoltre, la robotica riabilitativa non si limita agli esoscheletri. Esistono robot progettati per la riabilitazione degli arti superiori e inferiori, che guidano i pazienti attraverso movimenti specifici per migliorare la forza, la coordinazione e la mobilità.

Questi dispositivi possono adattarsi alle esigenze individuali, offrendo un supporto su misura durante il percorso riabilitativo. ​

L’integrazione della robotica nella riabilitazione offre numerosi vantaggi, tra cui la possibilità di monitorare in tempo reale i progressi del paziente, fornire feedback immediati e aumentare l’intensità e la ripetizione degli esercizi senza affaticare il terapista.

Queste tecnologie rappresentano una frontiera promettente per migliorare l’efficacia dei trattamenti riabilitativi e la qualità della vita dei pazienti.La robotica entra in corsia al servizio della medicina riabilitativa

La robotica per la riabilitazione

La rivoluzione della robotica in medicina compie un importante passo avanti. E’ l’occasione per ricordare la collaborazione tra Oversonic Robotics, azienda italiana attiva nella robotica umanoide cognitiva, e il Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute (VBRRII), centro di eccellenza per la neuroriabilitazione.

Al centro di questo progetto c’è RoBee, l’umanoide cognitivo sviluppato da Oversonic, che nella sua versione medicale sarà integrato nei percorsi riabilitativi per supportare pazienti e operatori sanitari.

Il progetto prenderà vita a Lecco, all’interno di un laboratorio congiunto tra il VBRRII e il Politecnico di Milano, pensato come fucina di innovazione per il settore sanitario. L’obiettivo? Portare la robotica avanzata all’interno della medicina riabilitativa, migliorando l’efficacia delle terapie e la qualità dell’assistenza grazie alle potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata.

Un nuovo paradigma nella cura riabilitativa

RoBee non è un semplice robot, ma un compagno interattivo e cognitivo in grado di affiancare i pazienti nel percorso di recupero motorio e cognitivo. Le sue funzioni vanno dall’assistenza nei movimenti e negli esercizi di deambulazione alla stimolazione delle capacità cognitive, grazie all’interazione verbale e visiva.

Inoltre, è in grado di monitorare i progressi del paziente in tempo reale, offrendo un feedback immediato e preciso al personale medico.

Non meno importante è il supporto logistico che RoBee garantisce agli operatori sanitari: dalla gestione delle forniture al monitoraggio dei parametri vitali, fino all’organizzazione delle attività quotidiane dei pazienti. Un aiuto concreto per alleggerire il carico di lavoro e ottimizzare l’efficienza delle strutture sanitarie.

Il progetto si muove su tre assi strategici: comprendere quanto l’interazione con RoBee possa favorire l’adesione alle terapie e il benessere psicologico; valutare l’integrazione del robot nei flussi quotidiani per migliorare l’organizzazione e ridurre lo stress lavorativo ed esplorare la percezione del robot come strumento di supporto, rafforzando la relazione tra assistito, familiari e personale medico.

«Questa collaborazione – spiega Fabio Puglia, Presidente di Oversonicsegna un passo decisivo nell’integrazione della robotica avanzata nei percorsi di cura. Vogliamo costruire un ecosistema in cui AI e robotica lavorino fianco a fianco con l’uomo, migliorando l’accesso alle cure e l’efficienza del sistema sanitario.»

«Questo progetto mette al centro l’uomo. La tecnologia non lo sostituisce – conclude Franco Molteni, Direttore Scientifico del VBRRIIma amplifica la sua capacità di prendersi cura e di essere curato, sempre nel rispetto della dignità personale.»

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a cura di Stefano Belviolandi