L’inclusione sociale nei processi produttivi

Affrontiamo un tema insolito, quello dei sistemi di assistenza a supporto dell’inclusione sociale dei lavoratori con disabilità. Vediamo quali sono le tecnologie industriali emergenti capaci di assistere gli operatori con disabilità.

L’inclusione sociale nei processi produttivi è un tema delicato e molto importante. I cosiddetti “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, introdotti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite mediante l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, rappresentano un appello urgente e universale necessario per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la pace e la prosperità delle persone.

Uno dei principali obiettivi in termini di sostenibilità sociale è lo sviluppo di una società inclusiva, soprattutto in termini di disabilità.

L’inclusione sociale nei processi produttivi

Nonostante il forte impegno internazionale per il rafforzamento dell’inclusione e l’abbattimento delle barriere fisiche e sociali, le persone con disabilità continuano a subire quotidiane discriminazioni e una ridotta accessibilità agli ambienti reali e virtuali.

Queste ingiustizie impediscono la loro piena partecipazione alla società.

Sebbene le disabilità non siano spesso tangibili, la loro gestione sul posto di lavoro richiede particolari attenzioni, in quanto l’ambiente, le attrezzature e gli strumenti sono solitamente progettati senza considerare le necessità di questa tipologia di utenza.

Inclusività occupazionale

Oggigiorno, si stima che in Unione Europea risiedano 87 milioni di persone con una qualche forma di disabilità. Purtroppo, il divario occupazionale rimane elevato: solo il 50% circa delle persone con disabilità ha una qualche forma di occupazione. È quindi evidente che l’inclusività occupazionale in Europa risulta tuttora insufficiente.

Tuttavia, una crescente integrazione di queste persone nel mondo del lavoro comporterebbe un inevitabile e positivo aumento del loro status sociale, diminuendo al contempo il rischio di povertà.

Inoltre, l’inclusione sociale rappresenta una grande opportunità anche per le aziende.

Temi come l’invecchiamento della forza lavoro e la carenza di personale implicano la ricerca di nuovi dipendenti anche all’interno di gruppi solitamente trascurati. Questa tendenza spingerà i datori di lavoro a considerare e valorizzare sempre di più la diversità del personale disponibile sul mercato.

Tecnologie antropocentriche a supporto dell’inclusione

Le tecnologie emergenti e abilitanti possono supportare notevolmente l’inclusione sociale nei contesti industriali. A tal riguardo, la cosiddetta “Industria 5.0” ha introdotto un nuovo paradigma in termini produzione sostenibile: la centralità della persona e la resilienza dei processi vengono promossi rispetto alla mera efficienza o produttività.

Il benessere dei lavoratori viene quindi posto al centro del processo produttivo, utilizzando le nuove tecnologie per fornire prosperità al di là dei posti di lavoro e della crescita economica.

In particolare, l’approccio antropocentrico implica l’utilizzo di tecnologie innovative ed emergenti in grado di personalizzare il lavoro in funzione delle esigenze e dei desideri del lavoratore, chiunque esso sia.

I sistemi di produzione del prossimo futuro dovranno quindi essere capaci di adattarsi alle necessità e alle diversità delle persone, implementando così un approccio intrinsecamente inclusivo e vantaggioso sia per le persone disabili che per le aziende.

Il tema dell’inclusione lavorativa

Dal punto di vista dell’inclusione, la sempre crescente integrazione tra sistemi produttivi e lavoratori rappresenta un aspetto fondamentale che richiede nuove soluzioni a livello progettuale.

In particolare, sarà richiesta un’attenzione sempre maggiore rispetto ai requisiti fisici, psicologici, mentali ed ergonomici delle interfacce uomo-macchina e delle relative interazioni.

Inoltre, l’utilizzo di sistemi di assistenza (anche basati su macchine avanzate e intelligenti) ha dimostrato un elevato potenziale nell’accrescimento delle capacità dei lavoratori.

Di fatti, essi possono essere efficacemente impiegati per potenziare le prestazioni degli operatori (in generale), oltre che supportare le persone con disabilità nel lavorare in modo equiparabile ai propri colleghi.

Sistemi di assistenza per supportare le persone con disabilità

Questo secondo aspetto risulta particolarmente interessante non solo da un punto di vista produttivo, ma soprattutto sociale: la possibilità di svolgere compiti in modo più autonomo ed efficace si ripercuote positivamente sulla soddisfazione del lavoratore, che si sente quindi maggiormente integrato e valorizzato.

Inoltre, questo livellamento permetterà alle aziende di considerare una categoria di lavoratori vulnerabili (altrimenti spesso trascurata) per lo svolgimento di attività complesse.

A proposito di inclusione sociale nei processi produttivi, dobbiamo ribadire che i sistemi di assistenza possono essere suddivisi in tre categorie principali: cognitivi, fisici e sensoriali.

I sistemi di assistenza di tipo cognitivo

I sistemi di assistenza di tipo cognitivo supportano gli utilizzatori nell’elaborazione in tempo reale delle informazioni necessarie alle decisioni e al corretto svolgimento delle attività lavorative.

Queste vengono quindi utilizzate per guidare l’operatore nelle sue mansioni o supportarlo nell’apprendimento, fornendogli inoltre (eventualmente) dei riscontri sul suo operato al fine di correggere possibili errori o mancanze.

Alcuni esempi di sistemi di assistenza cognitiva sono i dispositivi per la realtà virtuale/realtà aumentata, smartwatch, sistemi di proiezione integrati su banchi di lavoro, ecc.

I sistemi di assistenza di tipo fisico

I sistemi di assistenza di tipo fisico supportano gli operatori nella riduzione dell’affaticamento e del carico biomeccanico, oltre che nel colmare eventuali lacune in termini di destrezza, velocità e forza richieste da operazioni manuali.

Tipici esempi sono gli esoscheletri (da intendere come dispositivi indossabili di supporto a specifiche parti del corpo, come mani o braccia, o al corpo intero), oppure robot industriali e collaborativi opportunamente configurati per fungere da “terza mano”.

I sistemi di assistenza di tipo sensoriale

I sistemi di assistenza di tipo sensoriale supportano gli operatori nell’ottenimento di informazioni relative all’ambiente circostante attraverso i sensi (ad esempio, l’udito, la vista, ecc.), oltre che nella loro gestione selettiva. Lo scopo principale è quello di fornire consapevolezza, in modo efficace e immediato, sullo stato e sui pericoli dell’ambiente di lavoro.

Luci segnaletiche, segnali acustici, pittogrammi e sistemi digitali per la conversione di dati di prodotto/macchina in linguaggio braille o voce sono alcuni esempi di sistemi di assistenza sensoriale che possono essere utilizzati per supportare lavoratori con diverse disabilità.

Inclusione sociale nei processi produttivi: il punto

A proposito di inclusione sociale nei processi produttivi, è evidente che l’utilizzo di un sistema di assistenza debba rappresentare una forma di aiuto e non debba assolutamente introdurre nuovi rischi o disagi per gli operatori.

Chiaramente, in funzione del tipo di disabilità, sarà possibile impiegare uno o più sistemi di assistenza (basati su differenti tecnologie) al fine di supportare al meglio la persona nelle attività lavorative da svolgere.

(a cura di Luca Gualtieri)

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a cura di Simona Recanatini