Tre aziende su quattro utilizzano il servizio di stampa 3D occasionalmente, a fronte di un 27% che lo utilizza regolarmente, suggerendo un ampio margine di crescita per il settore. Una indagine Elmec 3D.
Tre aziende su quattro utilizzano il servizio di stampa 3D occasionalmente, a fronte di un 27% che lo utilizza regolarmente, suggerendo un ampio margine di crescita per il settore. A conferma dell’andamento incrementale di un utilizzo ancora limitato, il 73% dei partecipanti prevede di aumentare l’impiego delle tecnologie additive nel prossimo futuro, confermando la tendenza di incremento adoption.
Sono i risultati emersi da un’indagine sullo stato dell’arte dell’additive in Italia realizzata da Elmec 3D, business unit di Elmec Informatica che si occupa di manifattura additiva con rivendita di tecnologia, progettazione e servizio di stampa, tramite un questionario rivolto a un campione qualitativo di clienti dei loro servizi di stampa 3D.
Cosa dice l’indagine sull’utilizzo della stampa 3D in Italia
I risultati del sondaggio forniscono una fotografia dettagliata circa il livello di conoscenza e adozione della stampa 3D presso il campione selezionato. Dai dati della ricerca emergono, inoltre, indicazioni interessanti anche per sviluppare una riflessione circa l’andamento del mercato additive nel contesto italiano.
Secondo l’indagine, 3 aziende su 4 utilizzano il servizio di stampa 3D occasionalmente, a fronte di un 27% che lo utilizza regolarmente, suggerendo un ampio margine di crescita per questo settore. Questo dato è in linea con l’attuale conoscenza e adozione della tecnologia, se confrontata con le tecnologie tradizionali, indicando un potenziale di crescita significativo nel mercato. A conferma dell’andamento incrementale di un utilizzo ancora limitato, il 73% dei partecipanti prevede di aumentare l’impiego delle tecnologie additive nel prossimo futuro, confermando la tendenza di incremento adoption.
Tra le aziende utilizzatrici di servizi di stampa 3D industriale che sono stati intervistati, alcune dispongono anche di una stampante 3D in-house (il 48%), spesso utilizzata per realizzare piccoli prototipi internamente, mentre il resto delle aziende ne usufruisce solo tramite servizio esterno. Il campione intervistato dichiara che il primo parametro di valutazione di un servizio di stampa 3D è la qualità delle parti stampate (9,7 su 10); al secondo posto c’è la capacità di trovare soluzioni tecniche innovative (9,3 su 10); al terzo posto invece troviamo la tempestività nelle risposte (8,8 su 10). Dunque, non solo un prodotto da e-commerce, ma una vera e propria produzione conto terzi, con attività consulenziale in cui il valore aggiunto risulta essere la conoscenza profonda delle tecnologie additive, della progettazione per l’additive e la capacità di applicare esperienza e competenza 3D nel progetto. Fare, in sostanza, da ponte tra le possibilità offerte dall’additivo e i bisogni del cliente.
Circa l’impatto positivo che l’AM (Additive Manufacturing) ha avuto sul business, l’abbattimento di tempi e costi legati alla prototipazione resta il fattore più considerato, con un numero di risposte pari al 53,3%. Il 17,8% delle risposte indicano l’ampliamento del portfolio prodotti – l’AM dà infatti la possibilità di produrre on-demand, senza vincoli di progettazione e in assenza di lotti minimi – mentre al terzo posto è indicato l’accorciamento della catena di approvvigionamento (11,1%). Solo una minima parte del campione rispondente ha indicato la riduzione dei costi di magazzino (6,7%) come vantaggio fondamentale offerto dalle soluzioni additive.
Infine, è stato sondato il grado di conoscenza della stampa 3D metallo per piccole o medie produzioni: pur abituati a sfruttare i benefici della stampa 3D di materie plastiche, oltre la metà dei rispondenti (65,4%) non ha mai utilizzato la tecnologia metal binder jetting per la produzione di parti in metallo, mentre il 26,9% del campione ha dichiarato di conoscerla, averla utilizzata e apprezzarne i vantaggi. Solo il 7,7% non ritiene questo sistema produttivo utile a soddisfare i bisogni della propria azienda. È verosimile supporre che questo sia legato al fatto che si parli di una tecnologia relativamente nuova sul mercato industriale e questo lascia spazio a un ampio margine di miglioramento.
a cura di Redazione
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