Un rapido RoI, affidabilità e sicurezza informatica completa i requisiti essenziali per Donato Ceccomancini, Country Manager Infinidat Italia.
La mole di dati prodotti dalle aziende continua a crescere in modo esponenziale. Secondo una ricerca condotta da IDC, infatti, ogni giorno si aggiungono 2,2 milioni di TB al conto totale delle informazioni memorizzate nei sistemi IT. Il dato davvero incredibile, però, è che il 90% delle memorie è occupato dai dati creati nel corso degli ultimi 2 anni.
In questo scenario, diventa quindi fondamentale ripensare alla propria infrastruttura di storage, anche in previsione del futuro. Sempre più spesso infatti i clienti devono fare i conti con sistemi sempre più complessi da gestire, non scalabili e differenziati per esigenze di prestazioni o di capacità.
Le richieste delle aziende
Nonostante l’attuale contesto economico sia influenzato da molteplici fattori, che hanno causato una comprensibile riduzione dei budget, le aziende hanno ancora bisogno di acquistare, aggiornare ed espandere lo spazio di archiviazione per soddisfare la crescita dei dati.
Alla richiesta di soluzioni di storage sicure e affidabili si è, quindi, aggiunta una crescente pressione per ottenere un ritorno sull’investimento o RoI (Return of Investment) sempre più rapido. La maggior parte dei fornitori storage, però, fatica a fornire il valore di cui i clienti enterprise hanno bisogno. Per poter garantire un ritorno dell’investimento in tempi rapidi, infatti, è necessario iniziare a pensare in modo differente allo storage e alle sue tipologie di implementazione.
Lo storage enterprise Infinidat
A questo proposito, di recente Infinidat ha commissionato a IDC uno studio indipendente con l’obiettivo di esplorare il valore e i vantaggi offerti dalle piattaforme di storage enterprise InfiniBox e InfiniBox SSA. Questo report è il risultato di interviste condotte su clienti enterprise in Europa e Nord America: il white paper “The Business Value of Infinidat Storage” illustra in dettaglio i risultati di IDC, tra i quali vanno evidenziati nello specifico:
– periodo di ammortamento di 11 mesi;
– 162% di RoI in 5 anni;
– benefici medi annuali di 1,29 milioni di dollari (166,7 mila dollari per PB);
– riduzione dei costi operativi per l’infrastruttura di storage del 48%.
Secondo la ricerca, il RoI di uno storage Infinidat è quindi di soli 11 mesi e ciò consente alle aziende di limitare i costi, ma di ottenere comunque prestazioni elevate, scalabilità, resilienza dello storage contro gli attacchi informatici e disponibilità che sono assolutamente fondamentali per il loro business. Un’infrastruttura di storage più efficiente riduce sostanzialmente CAPEX e OPEX.
I fattori positivi
In generale, si può concludere che i fattori che offrono un RoI positivo per lo storage sono:
– estrema facilità di gestione con storage in grado di gestire l’operatività in modo autonomo e automatico;
– poter consolidare workload differenti senza nessun degrado in prestazioni e affidabilità;
– disponibilità al 100%, prestazioni elevate e bassa latenza;
– modelli di consumo flessibili (ad esempio Capacity On Demand) per fronteggiare l’enorme difficoltà di ogni azienda nella pianificazione delle necessità di capacità future;
– estrema scalabilità;
– strumenti integrati (ad esempio analytics e AIOps);
– resilienza contro qualunque attacco Cyber, nonché monitoraggio remoto di prim’ordine con capacità predittive.
Tutte queste esigenze sono pienamente soddisfatte dal portafoglio di soluzioni Infinidat, tra cui InfiniBox, InfiniBox SSA e InfiniGuard.
– a cura di Donato Ceccomancini, Country Manager Infinidat Italia
a cura di Redazione
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