Durante l’assemblea soci Federmacchine si è dibattuto del piano Transizione 5.0. Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria, tra le altre ha sottolineato come le imprese siano pronte ai benefici mentre ancora oggi il provvedimento non c’è.
Sul piano Transizione 5.0 le imprese sono pronte a partire ma senza il provvedimento le stesse restano al palo e, nonostante tutto, il Made in Italy è ancora sulla cresta dell’onda e le imprese italiane sono il fiore all’occhiello del paese Italia.
In tutti i modi, e da più parti, arrivano ‘fuochi incrociati’ contro di loro ma, per fortuna, il sistema regge, gli imprenditori sono forti, determinati e pazienti. E, proprio quest’ultima parola, calza proprio a pennello se pensiamo alle lungaggini del piano Transizione 5.0.
Il Made in Italy non perde colpi
Gli imprenditori presenti in assemblea Federmacchine hanno ascoltato con attenzione le parole di Bruno Bettelli, presidente della federazione e, soprattutto, di Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria, il quale in forma di rappresentanza della confederazione degli industriali, citata a più riprese in questi giorni anche dalla presidenza Ucimu affinché facesse sentire la sua voce ai ministeriali alle prese con gli ultimi (si spera) ritocchi al decreto attuativo al piano Transizione 5.0, non si è risparmiato durante l’evento che ha snocciolato i dati di un settore ancora forte, soprattutto nelle esportazioni, un po’ meno sul fronte della domanda interna a causa, proprio, dell’attesa del piano Transizione 5.0.
Se da un lato, una delle caratteristiche distintive dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali è la propensione all’export che, nel 2023 si è attestata al 66,6% del fatturato, dall’altro abbiamo i colossi Usa e soprattutto Cina che si fanno sentire.
Le imprese sono pronte ma il provvedimento legato a Transizione 5.0 non c’è
Tornando alle faccende di casa nostra, Nocivelli sottolinea come i rallentamenti 2023 coincidono proprio con l’attesa del piano Transizione 5.0, le aziende italiane «soffrono perché sono pronte ma ferme in attesa di un riscontro sul piano. Le interlocuzioni con i ministri vi sono e sono serrate ma dagli incontri che abbiamo notiamo che non si ha la velocità vorremmo si avesse», spiega il vicepresidente di Confindustria.
Un percorso a due velocità, in un certo senso. Da parecchi mesi, da parte dei vertici ministeriali, si assiste a dichiarazioni che fanno presagire un imminente rilascio normativo, puntualmente smentito dai tempi, segno che si tratti di un provvedimento complicato oppure le lungaggini burocratiche non aiutano. La prova è che attualmente il decreto attuativo è presso la Corte dei Conti che, di base, ci metterebbe un paio di giorni per varare un provvedimento mentre il decreto attuativo in esame è nelle loro mani da parecchi giorni. Si tratta dell’ultimo step che divide il provvedimento dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma l’iter è, a parere di Nocivelli, ancora lungo.
Le preoccupazioni degli industriali intervenuti in Federmacchine
«Entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto, il MIMIT fornirà la data dalla quale le imprese potranno attivare la procedura per accedere al credito, in seguito dovranno uscire le linee guida per i certificatori…Insomma ci sono ancora 6 o sette passaggi che auspichiamo possano concludersi entro la pausa estiva affinché i commercialisti possano leggerselo sotto l’ombrellone e non si salti così anche la finestra invernale».
Al di là delle facili battute, la preoccupazione è palpabile anche perchè le procedure per ottenere i benefici non sembra semplice, specie se pensiamo all’aspetto dedicato alla transizione green. Durante l’evento in sede, la platea si è scaldata e alcuni costruttori di macchine hanno chiesto a Confindustria di “alzare ancora di più la voce col ministero”.
I risultati di Confindustria
Alcune cose sono state ottenute, ricorda Nocivelli, come per esempio tra le beneficiarie anche le imprese del settore dell’energia circolare e quelle dei rifiuti speciali, oppure sui controlli Confindustria ha ottenuto che il controllore sia GSE e non possa essere messo in dubbio dall’agenzia delle entrate…La battaglia è ancora lunga è Nocivelli invita gli imprenditori del comparto dei costruttori di macchine a stringersi a fattore comune affinché gli incentivi siano strutturali e non episodici «si pensi alla Sabatini che dura da anni e non viene messa in discussione. Inoltre, dobbiamo sottolineare al Governo e all’Europa che gli investimenti sulle macchine hanno un ritorno sia per gli imprenditori che li attuano ma, ancora più forte, un ritorno superiore sul sistema Paese».
Clicca qui per leggere il report con i dati presentati ieri in Federmacchine
a cura di Stefano Belviolandi
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