Ucimu: le lungaggini del piano Transizione 5.0 chiamano una proroga a tutto il 2026

Il 2023 è considerato un anno favorevole per l’industria italiana dei costruttori di macchine utensili, robot e automazione ma nel 2024 le previsioni sono in moderato calo. Pesano le lungaggini di Transizione 5.0 e del suo decreto attuativo. Barbara Colombo, ex presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre, chiede una proroga a tutto il 2026.

Le lungaggini del piano Transizione 5.0 non solo sono un autogol ma rischiano di far svanire tutti i buoni propositi che sono scritti nero su bianco nel documento stesso.

La ‘pazienza’ degli imprenditori associati a Ucimu-Sistemi per Produrre (e non solo) è esaurita leggendo, nemmeno troppo tra le righe, le parole della (ex) presidente Barbara Colombo che proprio ieri ha ceduto il passo a Riccardo Rosa per il biennio 2024-2025.

Proroga a tutto il 2026 per Transizione 5.0?

Colombo è stata diretta, durante il suo intervento in occasione dell’Assemblea dei soci di Ucimu a cui ha partecipato anche Emanuele Orsini, presidente di Confindustria. E, proprio alla Confederazione generale dell’industria italiana, Colombo si è rivolta chiedendo che, «una volta operativa Transizione 5.0 Confindustria debba intervenire immediatamente presso le autorità affinché si consideri l’allungamento al 2026 della possibilità di utilizzo dei fondi stanziati dall’Europa per tale misura».

Un allarme che anche The Next Factory aveva rivelato qualche mese fa fa auspicando un allungamento del periodo di utilizzo dei fondi di più ampio respiro e non il termine del 31 dicembre 2025 per la consegna e l’interconnessione del macchinario.

Ucimu: le lungaggini del piano Transizione 5.0 chiamano una proroga a tutto il 2026
Barbara Colombo che ha passato il testimone a Riccardo Rosa come presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre per il biennio 2024-2025

La proroga al 2026 del piano Transizione 5.0 potrebbe dare la svolta alla domanda interna?

In ogni caso dopo un 2023 positivo per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, il 2024 è visto in leggero calo. Analizzando l’andamento del 2023, i vertici Ucimu – Sistemi per Produrre vedono un neo. L’andamento record della produzione dell’anno scorso è stato determinato solo dall’andamento delle esportazioni e non dalla domanda interna che è vista in calo. Cosa significa? Si torna a bomba. Le aziende hanno rallentato la loro corsa dopo un periodo di boom degli ordini che, a cascata, hanno di fatto fermato la domanda. In effetti, secondo le rilevazioni Ucimu, nel 2024 la produzione si attesterà a 7.450 milioni di euro con un calo del 2,2% mentre le esportazioni sono viste in crescita ulteriore del 3% raggiungendo l’importo record di 4.350 milioni di euro. Ma la domanda interna sarà quella che soffrirà di più con un calo previsto dell’8,6% per un importo di 3.100 milioni di euro. Questo dato sarà penalizzato, soprattutto, dal consumo domestico visto in calo di oltre il 7% a 5.405 milioni di euro.

Poco bene la raccolta ordini del comparto che nel primo semestre 2024 ha registrato un calo di oltre il 17% rispetto allo scorso anno che aveva evidenziato oltre il 18% col segno meno per quanto riguarda gli ordini interni e -16,2% gli ordini esteri.

Le lungaggini del 2024 compensate da una proroga del piano Transizione 5.0 a tutto il 2026?

Da una prima lettura dei dati e dalle affermazioni della (ex) presidente Colombo sembra proprio che le imprese siano in trepidante attesa del piano Transizione 5.0 e del decreto attuativo e l’incertezza che regna attorno al piano, nonostante le rassicurazioni del ministro Urso dal Forum in Masseria, incida sul risultato dell’andamento del mercato interno, un risultato che sicuramente può considerarsi anche fisiologico visto l’eccezionale espansione del biennio appena passato.

Colombo sottolinea un altro punto importante legato alla lungaggine del piano 5.0, una sorta di doppio effetto negativo: la sospensione delle decisioni di acquisto dagli utilizzatori e, in parte, dalla dimenticanza che provvedimento 4.0 è tuttora in vigore e disponibile.

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a cura di Stefano Belviolandi