Omar Bellicini, Responsabile Relazioni Esterne di MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), spiega gli obiettivi del partenariato, come sono strutturati i progetti seguiti attraverso la ricerca condivisa tra università e aziende e centri di ricerca. L’obiettivo è far dialogare tre settori che, in apparenza, sono distanti tra loro ma che confrontandosi avrebbero molto da recepire.
Un ecosistema dove università, imprese e centri di ricerca collaborano per costruire il futuro della produzione italiana, con al centro l’innovazione, la sostenibilità e la trasversalità tra settori che, fino a oggi, non si erano mai parlati davvero.
È questo il cuore pulsante del MICS, uno dei 14 partenariati estesi finanziati nell’ambito del PNRR, che riunisce 12 università italiane, tra cui tre politecnici, e 13 aziende attive nei settori del legno-arredo, della moda e tessile, e dell’automazione industriale, il cui lavoro non si fermerà con il PNRR.
«Siamo un hub che lavora su ricerca condivisa tra università, aziende e centri di ricerca», spiega Omar Bellicini, responsabile relazioni esterne del MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile). «I progetti sono cresciuti fino ad arrivare a 146, tutti orientati alla creazione di prodotti intelligenti, smart e sostenibili, ma anche allo studio dei processi industriali».
MICS: sinergia tra settori che non avevano mai dialogato

La Fondazione è articolata in otto spoke tematici, ognuno dei quali rappresenta un nodo fondamentale della rete di collaborazione che MICS ha costruito.
Il suo vero valore aggiunto? «Aver creato una sinergia tra settori che, fino ad ora, non avevano mai avuto un dialogo strutturato e continuativo. Ora, grazie al lavoro di ricerca comune, possono collaborare», sottolinea Bellicini.
Uno degli aspetti più interessanti di questa esperienza è la composizione del team che anima la Fondazione: oltre 1000 ricercatori, in gran parte giovani, abituati a lavorare fianco a fianco con le imprese. «Di questi, 300 sono stati assunti direttamente dal partenariato esteso MICS», precisa Bellicini.
La progettualità del MICS è ampia
Le progettualità spaziano su una gamma ampia: «Si va dalla fabbrica nello spazio, un’idea tutta italiana per la produzione in condizioni extratmosferiche di utensili da usare nelle stazioni orbitanti, fino ai gioielli smart e sostenibili. Non parliamo di gerarchie, ma di dimensioni diverse dell’innovazione».
Ma il traguardo del 2026, quando terminerà il ciclo previsto dal PNRR, non rappresenta un punto di arrivo.
Anzi, è solo l’inizio: «Non ci fermeremo con la fine del finanziamento. Vogliamo continuare e diventare un punto di riferimento, un contributo di pensiero per l’innovazione sostenibile in Italia», afferma Bellicini. «Stiamo già raccogliendo l’appoggio di diversi stakeholder, dalle istituzioni al mondo delle imprese».
a cura di Stefano Belviolandi
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